“Credo sia normale la dialettica e il confronto all’interno del Movimento. C’è sempre stato. Credo sia invece fuori luogo e poco serio creare un clima tale di tensione e odio contro Luigi Di Maio. Se non fosse stato per Luigi poteva andare peggio, credo”. Posizione chiara, quella del deputato M5S Davide Serritella, in difesa del ministro degli Esteri. “I vertici – continua Serritella – hanno il dovere di fermarsi e raccontarci perché dopo una settimana la situazione sia sfuggita improvvisamente di mano”.
Come si è arrivati a questo punto?
C’è malcontento, e va ascoltato non represso. Luigi ha avuto il coraggio di aprire una riflessione e sono queste le vie che portano le forze politiche a crescere. Non capisco perché ci si debba sentire offesi o farne una questione personale. Arrivare a minacciare Luigi Di Maio di espulsione mettendolo alla gogna mediatica mi pare impensabile. Ricordo che ha rifiutato per due volte di essere eletto Presidente del Consiglio. E questo per il bene di tutti. E mentre sceglieva di fare due passi indietro sceglieva di farne fare due avanti a Conte. Così come è stato importante quando ha cancellato le tensioni tra Conte e Grillo.
Oggi lo si accusa di pensare a sé…
Con quale faccia? Voglio ricordare tra l’altro che tutte le conquiste del Movimento 5 Stelle in questi anni hanno anche la sua firma. Siamo in una democrazia, e occorre saper trattare con intelligenza con le altre forze politiche. Non è opportunismo, è intelligenza. Lo si accusa di essere intelligente? E meno male!
Quando le cose precipitano ci sono sempre dei responsabili. Chi sono?
Chiunque sia fermo a dieci anni fa e chiunque pensi che la politica sia una questione personale. La politica è condivisione e confronto, è dialettica, dentro il gruppo quanto dentro un Governo come questo.
Resta un punto: è difficile oggi pensare che Conte e Di Maio possano coesistere nello stesso Movimento…
Mi auguro che in Assemblea, e non con interviste sui giornali, ci si confronti e si spieghino le dinamiche in atto nei giorni scorsi. C’è da capire se abbiamo ancora alleati, ad esempio. E tante altre cose… Ciò che posso dire è che Luigi non è solo. In tanti siamo con lui, in Parlamento e sui territori.
Si è parlato di riunione congiunta, voto online, di “congresso”. Qual è la soluzione secondo lei?
Prima di tutto noi parlamentari, che abbiamo vissuto momenti poco chiari nelle ultime settimane, meritiamo di capire bene cosa sia successo, visto che poi a mettere il nome sul foglio eravamo noi. Il voto online per “tagliare le teste” mi sembra una roba settecentesca e inaccettabile. Serve parlare e chiarire.