Gas e nucleare sono fonti energetiche utili alla transizione ecologica. Lo ha stabilito la Commissione Ue adottando la tassonomia che definisce ‘verdi’ gli investimenti nel gas naturale e nell’energia nucleare, confermando i criteri contenuti nella precedente bozza (leggi l’articolo), quella inviata agli Stati membri lo scorso 31 dicembre, ma tagliando due obiettivi intermedi sul passaggio al gas a basse emissioni. Rispetto alla precedente proposta la Commissione europea ha fatto retromarcia sugli obiettivi intermedi relativi al 2026 e al 2030 sulla riduzione dell’impatto ambientale degli impianti a gas.
La prima versione prevedeva infatti che le centrali dovessero utilizzare almeno il 30% di gas rinnovabili o a basse emissioni di carbonio a partire dal primo gennaio 2026, per poi far salire tale quota almeno al 55% a partire dal primo gennaio 2030 e di passare totalmente a gas rinnovabili o a basse emissioni entro il 31 dicembre 2035. Solo quest’ultimo obiettivo viene confermato nella versione finale del documento.
La Commissione ha messo mano anche agli obblighi di informativa (o disclosure) rafforzando il regime e introducendo modelli di informativa che le aziende potranno utilizzare per mostrare la compatibilità delle loro attività con la tassonomia. Infine, l’esecutivo Ue ha introdotto requisiti di verifica da parte di revisori indipendenti per garantire il controllo di quanto affermato dalle aziende per ottenere il ‘bollino verde’ dell’Ue. La Commissione potrà comunque rivedere ogni tre anni le categorie transitorie delle attivitùà sostenibili.
“La Commissione Ue inserisce nucleare e gas tra le fonti sostenibili su cui investire: un passo indietro, che ignora le critiche degli esperti. Il M5S contrasterà questa soluzione in tutte le sedi. Il futuro è nel segno di rinnovabili, risparmio energetico e tutela dell’ambiente” ha commentato il presidente del M5S, Giuseppe Conte.
“L’inserimento di gas e nucleare nella tassonomia europea come compatibili con gli obiettivi di sostenibilità ambientale è un affronto ai cittadini europei che credono in un futuro verde” il commento dell’eurodeputato dei Verdi, Ignazio Corrao. L’eurodeputato dei Verdi si è schierato contro la decisione presa dalla presidente della Commissione europea dicendosi pronto a “ritirare la fiducia a questo esecutivo comunitario” e accusando la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen di aver smentito quanto programmato dall’esecutivo europeo nel Patto verde per rendere l’Europa il primo continente a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
Il governo austriaco ha annunciato che denuncerà alla Corte di giustizia europea la classificazione come “energia verde” del gas e del nucleare decisa dalla Commissione europea. “Prepareremo tutte le misure legali nelle prossime settimane e, se o quando la tassonomia entrerà in vigore, avvieremo un’azione legale alla Corte di giustizia europea”, ha annunciato il ministro dell’Ambiente, l’ecologista Leonore Gewessler. “Ci sono quattro mesi di tempo. Valuteremo la posizione della Commissione e poi, dopo un confronto nella coalizione, decideremo come comportarci” ha detto, invece, il portavoce del cancelliere Olaf Scholz, Steffen Hebestreit, rispondendo a una domanda sulla Tassonomia. “La posizione del governo tedesco, che è contrario a classificare l’energia nucleare eco-sostenibile, non è cambiata”, ha sottolineato.
“La decisione odierna della Commissione europea di inserire nucleare e gas nella tassonomia verde – dichiara in una nota il co-portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli – segna una pagina buia della Ue perché è stata pesantemente condizionata dalle lobby e dal diktat del governo francese. In questo contesto, è vergognosa la posizione del governo italiano, espressa dal ministro Cingolani, che non si è schierato dalla parte di Spagna, Germania, Austria e altri Paesi europei che hanno ribadito il loro no all’inserimento del nucleare nella tassonomia”.
“L’Europa, in quest’occasione, ha dimostrato – prosegue Bonelli – di non voler ascoltare la scienza ma le pressioni politiche e delle lobby. In gioco ci sono gli ingentissimi finanziamenti europei su cui l’industria nucleare francese fortemente indebitata vuole mettere le mani. Questo accade anche grazie al governo italiano e al ministro Cingolani, del quale torniamo a chiedere con forza le dimissioni, perché non ha curato gli interessi dell’Italia: con questa decisione della Commissione, infatti, le risorse del Green Deal serviranno a finanziare il nucleare francese anziché le rinnovabili italiane ed europee”.
“Ci domandiamo per quale ragione dobbiamo finanziare con i nostri soldi europei il nucleare francese che rappresenta un vero e proprio fallimento economico. Ma non ci lasceremo abbattere da questa giornata – conclude Bonelli, – e ricorreremo alla Corte di Giustizia contestando una decisione assunta in palese violazione del regolamento sulla tassonomia che prevede che non possano essere inserite nella stessa fonti energetiche che arrechino danno all’ambiente”.