Cosa ha spinto un gruppo tra le maggiori imprese italiane ad aderire al confronto online di ieri col presidente russo Vladimir Putin, mentre Mosca è al centro di fortissime tensioni geopolitiche per la crisi con l’Ucraina (leggi qui cosa sta succedendo fra Russia e Ucraina), non solo resta un mistero ma si è rivelato pure un autogol.
Imbarazzi erano stati espressi dal nostro governo, che in questa fase non vuole dare alibi a derive non atlantiste, ma a queste critiche si è aggiunta Bruxelles, da dove l’iniziativa è stata giudicata “inopportuna”. Nessun interesse economico – è il giudizio a livello europeo – può giustificare un’iniziativa del genere nel momento in cui si è sull’orlo di una guerra alle porte del Vecchio Continente.
E nemmeno nessuna esigenza di approvvigionamento energetico. Un tasto su cui Putin ha battuto in apertura dell’incontro, finendo per bacchettare le nostre imprese che farebbero affari d’oro con il gas russo. In questo modo si è demolita la trincea alzata dalle stesse imprese di fronte all’ipotesi di una tassa sugli extra-utili con cui calmierare l’aumento delle bollette di luce e gas.
LA RAMANZINA. La Russia, ha avvertito Putin, è “un fornitore affidabile di energia ai consumatori italiani”, e continua anzi a vendere all’Italia gas a “prezzi molto più bassi di quelli di mercato” grazie ai contratti a lunga scadenza con Gazprom. Sedici, ha fatto sapere il Cremlino, le grandi imprese italiane rappresentate all’incontro. Solo tre hanno rinunciato, tra cui l’Eni, che con la Russia ha storici rapporti nelle forniture di greggio, mentre non è stato chiarito quale siano state le altre defezioni.
“Non spetta a noi commentare le attività dei rappresentanti delle diverse imprese degli Stati membri e i loro contatti con i partner di Paesi terzi. Posso solo ricordare la linea generale che cerchiamo di seguire la strada dell’impegno con la Russia per la de-escalatione nell’attuale crisi. Speriamo che chiunque abbia a che fare con la parte russa usi questo impegno per trasmettere i messaggi europei e ribadire l’appello alla de-escalation perché nessuno viene avvantaggiato dalla situazione attuale”. Ha dichiarato oggi il portavoce del Servizio di azione esterna dell’Ue, Peter Stano, rispondendo a una domanda sull’incontro tra le aziende italiane e Putin.