“Se si spacca la maggioranza, un minuto dopo si va al voto”. È quanto ha detto a Radio Immagina (qui il podcast) il deputato e responsabile Enti Locali Pd, Francesco Boccia. “O Salvini dice con chiarezza che la maggioranza è il suo punto di riferimento – ha argomentato l’esponente Dem – oppure, se va allo scontro, va a segnare la fine della legislatura. Se passa un presidente o una presidente con 505 voti raccolti fra cambiacasacca e gruppo misto, se questo è il quadro, se si rompe la maggioranza, un minuto dopo, per quanto ci riguarda, è finita la legislatura, è una constatazione”.
“Faccio un appello alla nostra coalizione, ora serve unità e compattezza, anche dentro il Pd. Quando siamo uniti, si imboccano percorsi che vengono compresi anche fuori” ha aggiunto Boccia. “È arrivato il momento – ha spiegato il deputato del Pd – per il centrodestra di dire con chiarezza se la maggioranza che dà vita al governo Draghi ha un valore o se Salvini è già in modalità da campagna elettorale. Il Presidente della Repubblica deve essere eletto insieme”.
“Non abbiamo partecipato al totonomi per rispetto non per ingenuità”. Dunque Draghi, come chiede Conte, deve restare al governo? “Ribadire questo concetto – ha risposto ad Agorà Boccia – senza dire che va anche protetto non ha senso. Si può chiedere di lasciare il governo in vita ma eleggere un presidente, indipendentemente dal profilo, a maggioranza magari con qualche cambiacasacca? Questo non tiene lì Draghi ma fa saltare tutto per aria”.
“I nomi il centrosinistra li avrebbe e sarebbero anche tanti. Ma ci mancano i voti per imporre i nostri nomi. Abbiamo ribadito più volte – ha aggiunto Boccia ai microfoni di Radio Immagina – che il solco tracciato dal presidente Mattarella era la nostra stella polare e gli avremmo chiesto molto volentieri di restare. Così come abbiamo provato e continuiamo a provare a costruire una soluzione che metta in sicurezza le istituzioni e il Paese attorno alla figura del presidente Draghi. Poi si va in mare aperto dove si devono trovare i voti di tutti altrimenti il presidente della Repubblica non viene eletto”.