Continua a rimanere magmatica la situazione in casa M5S sul Quirinale. I pentastellati non sono solo alle prese con i tormenti interni e le diverse opinioni su chi dovrà essere il prossimo presidente della Repubblica ma devono affrontare anche altre grane. Come quella che ha travolto il deputato Riccardo Fraccaro, ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, “colpevole” di aver incontrato alcuni giorni fa “senza il mandato dei vertici” il leader della Lega, Matteo Salvini sul Quirinale (leggi l’articolo).
Fraccaro che a muso duro dice: “Sta montando un clima estremamente velenoso, perciò, vorrei sgombrare subito il campo da ogni dubbio dicendo che non voterò mai Mario Draghi”. Già, Draghi. Nel corso dell’assemblea dei deputati di giovedì sera l’ex banchiere ha incassato le prime aperture: da Stefano Buffagni a Sergio Battelli. Lo stesso leader del M5S, Giuseppe Conte, ha detto di non porre veti su nessuno dunque neanche su Draghi ma è consapevole che le resistenze all’interno del Movimento sul nome dell’ex presidente della Bce sono tante.
I senatori e lo stesso capogruppo della Camera, Davide Crippa, tifano per il Mattarella bis. Con questa motivazione: tra pandemia e Pnrr sono troppo elevate le incognite sul futuro del Governo qualora Draghi venisse trasferito al Colle. Nel Movimento sono diversi i nomi che circolano per il Quirinale: Liliana Segre, il fondatore della comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi e quello della ex Guardasigilli del governo Monti, Paola Severino.
Mentre Conte, che ieri si è confrontato anche con Giorgia Meloni, avrebbe frenato sull’ipotesi Pier Ferdinando Casini. Nelle prossime ore si potrebbe riunire una cabina di regia M5S con Conte, i vicepresidenti, i capigruppo di Camera e Senato e i ministri per fare il punto della situazione. E per domani, alla vigilia della prima votazione, con ogni probabilità, si terrà una riunione congiunta dei grandi elettori M5S per stabilire la linea. Cruciale il vertice di centrodestra che avrà luogo oggi (leggi l’articolo).
I pentastellati si aspettano che Silvio Berlusconi faccia un passo indietro. In caso contrario hanno già fatto sapere che non escludono di uscire dall’Aula nelle prime tre chiame. Ma la strategia verrà concordata un passo alla volta in sintonia con i leader dell’ex fronte giallorosso e con un occhio alle mosse che arriveranno dal centrodestra.