“Non mi sembra sia emerso nulla che dia seguito a queste presunte pressioni” di Grillo, “semmai si può dire l’esatto opposto, ossia che non c’è stato alcun favoritismo”. Lo dice Mirella Liuzzi, deputata M5S e componente della commissione Trasporti, commentando il clamore suscitato dall’indagine sui contratti pubblicitari dell’armatore Onorato in favore di Grillo (leggi l’articolo).
L’inchiesta che coinvolge Grillo continua a fare rumore. Che idea si è fatta?
“Guardi Grillo ne ha passate tante ma ne è uscito sempre pulito. Il suo lavoro non è mai stato dentro la politica, non si è candidato e non ha avuto alcun ruolo pubblico. La sua storia personale parla per sé e per questo noi siamo tranquilli. Credo che se c’è una notizia di reato è bene che si indaghi ”.
Ma tutta questa pressione di Grillo in favore di Onorato a che risultati ha portato?
“Ci tengo a precisare che per quanto mi riguarda in qualità di componente della commissione trasporti ma posso parlare anche a nome dei miei colleghi, non c’è mai stata alcuna pressione e per questo ribadisco che sono e siamo tranquilli. Nessun messaggio, nessuna richiesta o altro. Niente. I risultati poi… a favore di Moby, a livello parlamentare, non credo proprio che ce ne siano stati. Anzi le ricordo che noi abbiamo presentato un disegno di legge sulla continuità territoriale che va contro gli interessi di Moby e che ha iniziato il suo iter in commissione. Poi segnalo anche che l’ex ministro Toninelli ha fatto affermazioni e riflessioni che sicuramente non hanno fatto piacere alla compagnia. Voglio ribadirlo, al momento non mi sembra sia emerso nulla che dia seguito a queste presunte pressioni. Semmai si può dire l’esatto opposto, ossia che non c’è stato alcun favoritismo”.
Sui giornali sono comparsi titoli roboanti e sensazionalisti, spesso accompagnati da commenti che danno già per colpevole il padre fondatore del M5S. Eppure nei confronti di situazioni simili, non c’è stato un simile accanimento. Come si spiega questo atteggiamento?
“Quando c’è qualche indagine a carico di un leader di partito, è tutto da dimostrare e si abbonda con i condizionali. Ma se di mezzo c’è M5S e soprattutto Grillo, il quale evidentemente paga il suo essere anti-sistema, le cose cambiano. Lo dimostra la storia degli ultimi anni. La cosa grottesca e che nessuno dice, però, è che quest’indagine parte dalla Fondazione Open. Un dettaglio che non si capisce come mai venga omesso”.
Gli stessi media parlano di una fronda interna al Movimento contro Grillo che sarebbe il preludio a una imminente spaccatura. C’è qualcosa di vero?
“Assolutamente no, si tratta di una ricostruzione esagerata oltre ogni misura. Non c’è un clima di agitazione o paura perché, ripeto, noi siamo tutti molto tranquilli”.
Perché il caso, malgrado fossero già emersi due anni fa i presunti pagamenti verso Grillo come anche verso tutte le altre forze politiche, esplode proprio adesso?
“Premetto che a me non sembra una notizia da prima pagina anche e soprattutto perché non vedo che tipo di conseguenze potrebbe avere a livello politico. È chiaro che a qualche giorno dall’elezione del Presidente della Repubblica c’è un tempismo che appare particolare ma a differenza degli altri partiti non intendiamo parlare di giustizia a orologeria. Questo perché la realtà, tanto più in un momento complesso come questo, è che in Italia c’è sempre qualcosa di importante da fare e da trattare. Per questo il tema della giustizia a orologeria lo lasciamo agli altri”.