Nelle farmacie italiane l’antibiotico Zitromax della Pfizer è introvabile. Da giorni le scorte sono esaurite. Una notizia lanciata dai farmacisti che ha destato preoccupazione nella popolazione perché questo farmaco viene considerato da inizio pandemia una cura per il Covid, nonostante non esista nessuno studio a confermarlo. L’aumento delle vendite e la relativa rottura di stock dell’Azitromicina (principio attivo, ndr) è avvenuta in correlazione al picco dei contagi. Un fatto dietro al quale potrebbe esserci l’ombra della speculazione o l’incapacità di produrne un quantitativo così elevato. “Premesso che Zitromax è il nome commerciale del principio attivo, e che esistono in Italia decine di ‘equivalenti’, le rotture di stock sono un evento abbastanza comune nell’ambito farmaceutico e dipendono generalmente da interruzioni della filiera di approvvigionamento del principio attivo o di eccipienti. In questo caso però mi pare di capire che il fenomeno riguarda solo l’Italia e sia dovuto ad una richiesta abnorme rispetto ai consumi medi. Lo Zitromax potrebbe essere sostituito con la Claritromicina ma si possono usare anche altri antibiotici con meccanismi diversi” spiega Gabriele Costantino chimico farmaceutico dell’Universita di Parma
Che cos’è l’Azitromicina?
“L’Azitromicina è un antibiotico antibatterico e serve per trattare infezioni batteriche ma non ha indicazione specifica e diretta verso Covid-19 e SARS-Cov2. Occorre anche dire che l’Azitromicina ha una certa attività antivirale nell’epitelio bronchiale, nelle alte vie respiratorie. Questo giustifica il fatto che ad inizio pandemia, quando non era disponibile nessun altro trattamento Azitromicina venisse prescritta ‘off-label’ per Covid-19. Oggi direi che questo uso dovrebbe esser limitato e sotto rigoroso controllo medico”.
Se lo Zitromax non serve per la cura del Covid come spiega che sia diventato introvabile dopo l’aumento dei contagi? Pensa che siano state fatte delle prescrizioni o delle vendite senza che fossero necessarie?
“Visto che il fenomeno sembra esser limitato all’Italia (e pare a macchia di leopardo) direi che si, il fenomeno è da attribuirsi ad un eccessivo numero di prescrizioni e dispensazioni. Fino a dicembre, il monitoraggio Aifa non mostrava deviazioni particolarmente significative dalla pre-pandemia. Evidentemente sono aumentate le prescrizioni in queste ultime settimane. Ricordo infine che gli antibiotici sono dispensabili dalle farmacie solo dietro presentazione di ricetta medica e se il farmacista puo’ derogare a tale obbligo in specifiche fattispecie (ad esempio urgenza o necessità di non interrompere un trattamento), la comunicazione al medico curante deve sempre esser fatta. Occorre quindi particolare attenzione, sia da parte del medico che da parte del farmacista relativamente a prescrizioni/dispensazioni non necessarie, che tra l’altro potrebbero temporaneamente privare del farmaco chi ne ha bisogno per patologie indicate”.
Dietro la rottura di stock potrebbe esserci una manovra di speculazione?
“Tenderei a escluderlo. Il mercato farmaceutico è un mercato regolato ed Aifa ha già escluso la presenza di movimenti anomali di esportazione o di accaparramento”.