Nicola Di Marco è il nuovo capogruppo del M5S al Consiglio regionale della Lombardia. Come si prepara ad affrontare questa nuova avventura?
“Con molta umiltà, consapevole che non è il lavoro del capogruppo a determinare la buona riuscita di un progetto politico ma il lavoro di squadra, dell’intero gruppo regionale. Ho alle spalle una lunga militanza nel M5S che mi ha portato nel 2018 a essere eletto nel consiglio regionale e ad occuparmi di tematiche sociali, come le case popolari, e dunque delle persone più fragili. E continuerò su questa strada. In Regione c’è tanto da fare, siamo tutti impegnati in prima persona a proseguire le nostre battaglie come l’ultima, quella sanitaria fatta prima della fine dell’anno quando addirittura siamo stati espulsi dall’aula dalla Digos”.
La pandemia continua a mordere in Lombardia: si annuncia il passaggio in zona arancione.
“Il limite più grande che si collega alla pandemia è quello di una sanità territoriale che non riesce a intercettare e a soddisfare le esigenze dei cittadini. Pensiamo alle Usca, quelle unità speciali che dovevano intercettare casa per casa le situazioni di disagio e di cui non abbiamo più notizia. Pensiamo a quello che è successo a fine anno sul caos tamponi. Se ci fosse stata una rete territoriale più capillare avremmo evitato molti problemi. C’è poi il tema su cui noi dibattiamo spesso: quello dei medici di base. Questi medici, spesso giovani, vengono lasciati al loro destino per avviare l’attività. Noi abbiamo fatto diverse proposte come mettere a disposizione i locali sfitti, che sono nella disponibilità degli enti e delle istituzioni locali, per alleviare le spese iniziali per studi e ambulatori”.
Ritorniamo al caos tamponi. Cosa non ha funzionato?
“Manca una strategia di lungo periodo, si insegue l’emergenza. Tra le tante proposte da noi avanzate c’è quella che il Movimento ha portato anche in Parlamento, ovvero allargare la rete di chi può effettuare i tamponi. Come le parafarmacie”.
Il portale Aria ha avuto diversi problemi.
“Su questa azienda abbiamo visto di tutto e di più. La cosa più grave è successa a inizio 2021 quando la Regione decise di staccarsi dal portale nazionale di Poste per avere la sua piattaforma con Aria per effettuare le prenotazioni dei vaccini. Ma quel software ha dimostrato tutti i suoi limiti. Grandi sono stati gli errori per cui i cittadini si trovavano con prenotazioni a 250 km dalla propria residenza. Per fortuna la maggioranza ha poi fatto un passo indietro”.
È solo la sanità l’anello debole nella gestione Fontana della Regione?
“No. Potrei fare tanti esempi. Mi fermo ai trasporti, le case popolari, l’ambiente. Per Trenord al di là delle difficoltà odierne – come le assenze dovute alla pandemia – registriamo una carneficina sui servizi minimi nelle fasce pendolari. Sulle case popolari poi le aziende, come Aler Milano, sono al collasso. Diverse sono state le nostre proposte. Una riguardava la possibilità di sfruttare il Superbonus 110% che potrebbe – se utilizzato nelle case popolari – garantire in pochi mesi anche un risparmio sulle bollette. E poi l’ambiente. Siamo in un territorio che registra tra i più alti tassi di inquinamento in Europa eppure la Regione non fa nulla per promuovere e sostenere la mobilità alternativa, come quella elettrica. Anzi fa la lotta ideologica contro i monopattini. E nei prossimi giorni cercherà di portare in Aula una proposta da presentare in Parlamento in cui chiede di modificare un decreto Infrastrutture votato anche dai partiti delle destre al Governo. Paradossale”.
Tra i delegati lombardi che parteciperanno all’elezione del Capo dello Stato ce l’ha fatta il pentastellato Dario Violi. Il Pd ha sostenuto che è stata una manovra che ha a che fare con l’obiettivo di Forza Italia di far eleggere Silvio Berlusconi come prossimo Capo dello Stato.
“Si tratta di una polemica inutile e stucchevole. Noi non abbiamo tradito nessun accordo con il Partito democratico dal momento che non c’era alcun accordo. Il Pd ha esplorato nel centrodestra la possibilità di voti da singoli consiglieri ed è quello che abbiamo fatto anche noi. Semplicemente il M5S è stato più abile. Ma è assolutamente da escludere la possibilità che Violi, come il M5S, dia un voto a un candidato come Berlusconi”.