Stai a vedere che sui rifiuti e in particolare sul nodo degli impianti aveva ragione Virginia Raggi. Già perché con la pulizia straordinaria della città che è arrivata a singhiozzo e fuori tempo massimo, ora per il sindaco Roberto Gualtieri è iniziata la fase due con cui stabilizzare le attività di raccolta e cercare nuovi sbocchi per l’immondizia romana. Peccato che la soluzione individuata, almeno al momento, non è innovativa perché altro non è che quella di riaprire la discarica di Albano Laziale.
Proprio quella che la Raggi, venendo presa a sberleffi e criticata letteralmente da tutti, aveva individuato a luglio (leggi l’articolo) come soluzione temporanea per lasciarsi alle spalle la fase più acuta dell’emergenza rifiuti. Una struttura che, stando all’ordinanza dell’ex sindaca, proprio in questi giorni avrebbe dovuto cessare la propria attività ma che Gualtieri, in qualità di sindaco della Città metropolitana, ha prorogato per altri sei mesi ossia fino al prossimo 15 luglio.
SCONFORTO E PROTESTE. Sembra incredibile eppure il Pd che tanto criticava M5S per la decisione di utilizzare l’impianto di Albano Laziale, con una giravolta d’altri tempi ha cambiato idea e ora fa lo stesso. Certo qualcuno potrebbe dire che si tratta del classico gioco della politica ma questa decisione è già diventata un caso all’interno del partito di Enrico Letta. Che le cose stiano così lo si capisce dalle parole del sindaco Pd di Albano, Massimiliano Borelli, che ricevuta la notifica del provvedimento è letteralmente caduto dalla sedia.
“Per la prima volta siamo stati ricevuti dalla città metropolitana, eravamo dieci sindaci del bacino per un tavolo tecnico durato circa due ore alla presenza del sindaco Gualtieri, mentre la Raggi non ebbe nemmeno la buona creanza di fare una telefonata o avere un minimo di confronto. Poi però ne siamo rimasti delusi e profondamente amareggiati per la decisione presa” ha spiegato il primo cittadino intervistato dal programma Gli Inascoltabili in onda su New Sound Level fm90.
Lo stesso assicura che non ci sarà “nessun ridimensionamento delle proteste anzi noi siamo sul piede di guerra perché non cambia il nostro giudizio sulla scelta di Roma Capitale di scaricare i problemi sui territori della provincia” in quanto si tratta di “una beffa per territori virtuosi come il nostro nella raccolta differenziata”. Proprio per questo già domani una delegazione partirà dal presidio permanente di Albano Laziale per raggiungere piazza Santi Apostoli a Roma, ossia di fronte a Palazzo Valentini che ospita il consiglio di Città metropolitana, così da chiedere al sindaco Gualtieri di chiudere l’impianto e di farla finita con il solito alibi dell’emergenza.
Quel che è certo è che l’ordinanza firmata dal sindaco Gualtieri non fa che prendere atto di una situazione emergenziale che era evidente a tutti. Nel testo, infatti, si legge che a seguito “della riduzione della disponibilità presso la discarica di Viterbo, di uno stato di criticità, esteso anche a numerosi comuni del territorio metropolitano” e tenuto conto “del perdurare dello stato di emergenza sanitaria a causa della recrudescenza dell’epidemia da Covid-19 che potrebbe aggravare la situazione di criticità igienico-sanitaria conseguente alla mancata raccolta dei rifiuti urbani”.
Insomma in attesa che la Pisana guidata dal dem Nicola Zingaretti faccia la sua parte, visto che la competenza in materia di rifiuti è regionale, per scongiurare una nuova emergenza immondizia – nella Capitale come anche nel suo hinterland – non c’è altra soluzione che andare avanti con i pochissimi impianti esistenti e ancora utilizzabili.