Anno nuovo, problemi vecchi. Sembra proprio che il 2022 non sia partito col piede giusto per la Rai dove continua il braccio di ferro, scaturito dalla cancellazione dei tg regionali notturni, che vede contrapposti l’amministratore delegato Carlo Fuortes e Usigrai, ossia i rappresentanti dei giornalisti del servizio pubblico.
Questa volta il motivo del contendere è la decisione dei vertici di viale Mazzini che non hanno consentito la messa in onda – martedì – di un comunicato sindacale che mirava a sensibilizzare i cittadini in merito alla cancellazione delle edizioni notturne dei tg regionali. Un bavaglio bello e buono messo da Fuortes che non fa che incrinare ancor di più i rapporti interni tanto che per Daniele Macheda, segretario Usigrai, “la Rai nega basilari diritti sindacali: con un atto senza precedenti il vertice aziendale ha negato la messa in onda di un videocomunicato sindacale, diritto sancito dal Contratto di Lavoro.
Si tratta dell’ennesimo comportamento, gravissimo, di un Amministratore delegato che evidentemente si sente padrone dell’azienda”. Un confronto che ieri è arrivato perfino alla sede dell’Ordine dei giornalisti dove Usigrai, assieme alla Federazione nazionale stampa italiana (Fnsi), ha tenuto un’infuocata conferenza stampa per contestare “nel metodo e nel merito” la decisione di viale Mazzini.
“Il giorno 10 gennaio abbiamo mandato ai vertici Rai un comunicato sindacale, nello specifico un videomessaggio, strumento contemplato dal contratto, perché i tg potessero mandarlo in onda. L’Azienda, violando ogni regola contrattuale, si è rifiutata per ‘motivi editoriali’ e ha indicato la data del 18 gennaio per discuterne e cioè una settimana dopo la nostra richiesta di evidente attualità” spiegano da Usigrai.
“Quella della Rai è un’azione inappropriata che ci lascia stupiti per l’arroganza con cui è stata portata avanti. Questo vertice non ha alcuna intenzione di avere corrette relazioni sindacali”, continua Macheda che si chiede anche “se la missione dell’ad Fuortes sia interrompere le relazioni sindacali. Se così fosse, lo dica chiaramente, visto che lui è stato indicato nel ruolo di amministratore delegato del Servizio Pubblico proprio dal governo” insistono i rappresentanti del servizio pubblico. Dello stesso avviso anche il presidente dell’Fnsi, Beppe Giulietti, secondo cui “nella storia non è mai accaduto nulla di simile, nemmeno nel corso delle peggiori lottizzazioni. Pensare di poter calpestare i diritti sindacali alla Rai è gravissimo, perché può accadere a chiunque anche fuori”.
Secondo Giulietti “si tratta di una ferita di tipo costituzionale e, poiché c’è violazione del contratto di servizio, va presentata una denuncia all’Agcom e alla Commissione di Vigilanza”, sottolineando come “non è tollerabile un amministratore delegato che non accetta il confronto”.
MOTIVAZIONI SMONTATE. Che qualcosa di sbagliato sia accaduto a viale Mazzini lo pensa anche il consigliere Rai, Riccardo Laganà, secondo cui “decidere di non mandare in onda un videomessaggio dell’Usigrai è una ulteriore pessima decisione, in contrasto con gli accordi sindacali, che lacera il rapporto tra lavoratori e vertice in un momento in cui si dovrebbe tentare di costruire insieme un nuovo piano industriale e il contratto di servizio”.
Cosa ancor più grave, prosegue Laganà smontando le motivazioni portate avanti da Fuortes per giustificare lo stop alle edizioni notturne, “il danno anche di immagine fin qui causato dal taglio è andato oltre qualsiasi costo relativo a maggiorazioni notturne, presunti bassi ascolti e chissà quale altra curiosa motivazione”.