Il Tar, accogliendo i ricorsi del Governo e di alcuni cittadini, ha sospeso l’ordinanza con la quale la Regione Campania, guidata da Vincenzo De Luca, aveva disposto nei giorni scorsi la chiusura, fino a fine mese, delle scuole dell’infanzia, elementari e medie di tutta la Campania per criticità legate alla pandemia (leggi l’articolo).
Il ricorso è stato depositato dall’Avvocatura dello Stato al Tar Campania nella serata di ieri. Il presidente della quinta sezione, Maria Abbruzzese, ha accolto i ricorsi del Governo e di alcuni genitori, difesi dagli avvocati Luca Rubinacci e Giacomo Profeta, emettendo due decreti analoghi con i quali accoglie l’istanza cautelare e sospende l’esecutività dell’ordinanza regionale “con l’immediato ripristino delle modalità di prestazione e di fruizione dei servizi educativi scolastici e didattici”.
Già da domani mattina quindi in Campania saranno riaperte le scuole dell’infanzia, elementari e medie per le quali l’ordinanza regionale prevedeva la didattica a distanza, così come i servizi per l’infanzia quali gli asili nido.
“La scelta del livello di tutela dell’interesse primario alla salute – si legge nelle motivazioni del decreto – è già stata operata a livello di normazione primaria dal legislatore nazionale che ha operato una scelta valoriale libera ad esso rimessa ed insindacabile dal giudice se non nella forma dell’incidente di costituzionalità, i cui presupposti non sembrano nella specie ricorrere”.
I legali della Regione Campania avevano presentato al Tar una memoria difensiva in cui venivano riprese tutte le motivazioni che il 7 gennaio scorso avevano portato il governatore De Luca alla sofferta decisione di fermare le attività didattiche in presenza. Il primo riferimento del documento era alla “condizione di eccezionale e straordinaria necessità” che risulta attestata, tra l’altro da un “Rt di ospedalizzazione pari a 1,78 che indica il raddoppio dei ricoveri Covid in arco settimanale, dall’esaurimento dei posti letto pediatrici Covid nella regione con popolazione più giovane d’Italia, dal blocco già decretato delle attività sanitarie di elezione e dalla previsione di certo esaurimento dei posti letto di degenza Covid nel breve periodo in mancanza di misure immediate”
Nella memoria presentata al Tar c’era anche un attacco al Governo, accusato di aver bypassato il Comitato Tecnico Scientifico: “Le misure nazionali – si legge nella memoria presentata dai legali del governatore De Luca – non sono fondate sul parere del CTS, che non è stato convocato, contrariamente a quanto richiesto da tutte le Regioni per assumere decisioni consapevoli”.
“Le misure previste dal decreto governativo – ha scritto la Regione Campania al Tar motivando i contenuti dell’ordinanza di chiusura delle scuole – sono inattuabili e del tutto virtuali, almeno nel territorio regionale della Campania, tenuto conto che: vi è impossibilità di assicurare il contact tracing e insostenibilità dei carichi da parte delle ASL, attestata dai dirigenti scolastici e da tutti i Direttori generali delle AASSLL campane; In caso di sospensione dell’ordinanza vi sarebbe un danno irreparabile per la popolazione giovanile data la previsione del picco dei contagi per fine gennaio, in presenza di una bassissima percentuale di vaccinazione sotto i 12 anni; Le misure previste dall’ordinanza regionale sono equilibrate e proporzionate: tutte le scuole sono aperte; si prevedono solo tre settimane di didattica a distanza per medie inferiori ed elementari. Tre settimane di respiro per i Presidi, i Sindaci e le AASSLL che ne hanno fatto richiesta per ampliare la fascia dei vaccinati e scavallare il picco dei contagi”.