Segretario della Uil, Pierpaolo Bombardieri, il Governo ha stabilito l’obbligo vaccinale per gli over 50 e il Super Green Pass (leggi l’articolo) per lavorare sempre per gli over 50. Che ne pensa?
“Si tratta di un primo passo in avanti ma non sufficiente. Noi avevamo chiesto da agosto che l’obbligo vaccinale fosse esteso a tutti coloro che hanno più di 18 anni. Il vaccino è l’unico strumento in grado di tutelarci e di farci tornare alla normalità. Noi siamo reduci da un’esperienza del Green Pass sul mondo del lavoro che aveva scaricato la responsabilità della verifica e delle sanzioni sui lavoratori. Anche su questo c’è stato un parziale passo in avanti ma riteniamo corretto perseguire la strada dell’obbligo vaccinale. E vorrei dire che c’è un problema che riguarda anche gli altri Paesi. Noi abbiamo chiesto la liberalizzazione dei vaccini, la possibilità per tutti di produrli. La pandemia è un problema mondiale”.
Sullo smart working c’è stata una circolare dei ministri Brunetta e Orlando che raccomanda il ricorso al lavoro agile. Ritiene che sia sufficiente?
“Noi abbiamo sottoscritto quasi un mese fa un accordo con il ministro Brunetta in cui c’è scritto che nelle singole amministrazioni lo smart working può arrivare fino al 49%. Ma il punto è che noi vorremmo che in questo paese sul lavoro agile non si facesse una guerra di religione. Lo smart working è un nuovo strumento di organizzazione del lavoro che sarà utile, finita la pandemia, per gestire nuove sfide. Il lavoro agile in fase emergenziale si è svolto con gli strumenti a carico dei lavoratori: computer, rete, costo dell’energia. I nostri dirigenti della Pa che arrivano a prendere anche 240mila euro l’anno devono assumersi la responsabilità di identificare servizi, funzioni e obiettivi attraverso la contrattazione con le organizzazioni sindacali e ragionarci sopra. A questo obiettivo i grandi dirigenti della Pa si sono sottratti. Noi rivendichiamo quell’accordo e chiediamo che ci sia la contrattazione sui posti di lavoro che coinvolga il personale dipendente per l’identificazione degli obiettivi e la misurazione del conseguimento dei risultati con la possibilità di fornire ai lavoratori gli strumenti per svolgere il lavoro agile”.
Voi chiedete l’equiparazione della quarantena alla malattia e la proroga della Cig.
“L’equiparazione della quarantena alla malattia è una misura di responsabilità. Se noi non equipariamo la quarantena alla malattia c’è il rischio che qualcuno non osservi la quarantena e vada a lavorare. L’altro punto è la Cassa integrazione Covid fino alla fine dello stato di emergenza che sia in grado di coprire i lavoratori, in particolare quelli del turismo che sono in affanno”.
D’accordo anche sulla necessità di nuovi ristori?
“Sì, servono interventi sia per le aziende sia per i lavoratori. Si è seguita questa strada e dobbiamo continuare a farlo”.
Con un nuovo scostamento di bilancio?
“Noi speriamo che ci sia la possibilità di ragionare in maniera più ampia sulle scelte di politica economica da prendere nei prossimi anni. Collegandoci a quanto si discute in Europa, chiediamo il superamento del Patto di stabilità. In un momento eccezionale come quello pandemico servono strumenti eccezionali. Se i ristori si ottengono con uno scostamento o con gli avanzi rispetto alla Manovra cambia poco. Noi non siamo per allargare il debito in una logica senza fine ma serve una scelta ragionata in un’ottica più complessiva di superamento del Patto e di rientro dal debito”.
Convinti che sia giusto riaprire le scuole il 10 gennaio?
“Sulla scuola vedo molta confusione. Noi poniamo gli stessi problemi che abbiamo posto un anno e mezzo fa durante il primo confronto con il governo Conte quando il Cts presentò un elenco in cui indicava cosa fare per mettere in sicurezza la scuola: trasporti, aule, sdoppiamento classi, sistemi di aerazione. Io ricordo in questo tempo solo i banchi a rotelle. Capisco che alcune misure sono strutturali come quelle che riguardano l’edilizia ma sul resto si è fatto poco. Sulla scuola ora ci sono tante criticità che nell’ultimo anno e mezzo non hanno avuto risposte adeguate. Ricordo che ci sono 16mila precari che sono stati utilizzati in occasione della pandemia e i cui contratti sono stati prorogati solo per altri tre mesi. Il ritorno a scuola è un problema che riguarda il domani ma dopodomani ci scontreremmo con gli stessi problemi citati sopra che non non hanno avuto risposte”.