Il presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, come preannunciato nei giorni scorsi (leggi l’articolo) e sentito il presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha convocato il Parlamento in seduta comune, con la partecipazione dei delegati regionali, lunedì 24 gennaio, alle 15, per l’elezione del Presidente della Repubblica. L’avviso di convocazione verrà pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 4 gennaio.
“Nelle prossime due settimane – scrive Fico su Facebook -, all’attività ordinaria della Camera si affiancherà quella di preparazione al voto. Siamo al lavoro insieme al collegio dei questori per definire l’organizzazione e le misure per garantire la piena operatività e sicurezza del voto”.
Come avviene il voto per il Quirinale
In base all’articolo 83 della Costituzione, il capo dello Stato viene eletto dal Parlamento riunito in seduta comune a cui si aggiungono 3 delegati per ogni regione (scelti dai rispettivi consigli regionali), fatta eccezione per la Valle d’Aosta che ne esprime uno solo.
Fintanto che non sarà eletto il nuovo Parlamento con numeri ridotti a seguito della riforma costituzionale approvata nel settembre 2020, l’assemblea che elegge il presidente della Repubblica è composta da 1009 membri: 630 deputati, 321 senatori (inclusi i senatori a vita) e 58 delegati regionali.
La Costituzione stabilisce, inoltre, che il voto sia segreto e che il nuovo presidente sia eletto con una maggioranza qualificata dei due terzi dell’assemblea. Se tale maggioranza non viene raggiunta, si procede ad una nuova votazione. Dopo i primi tre scrutini, se ancora non si riesce ad eleggere un candidato, diventa sufficiente la maggioranza assoluta (la metà più uno dei votanti).
La seduta per l’elezione del presidente della Repubblica è unica. Ciò significa che finché non viene eletto il successore al Quirinale di Sergio Mattarella l’assemblea non si scioglie. Ma tra una votazione e l’altra sono previste delle interruzioni. Ciò anche per favorire il dialogo tra i partecipanti al voto e trovare un accordo su un possibile candidato. La durata media di ciascuno scrutinio è pari a circa quattro ore e mezzo secondo i dati della Camera.