Non ce ne voglia Mattarella, ma dopo averci capito poco del decreto sul Covid di due giorni fa, ci pare troppo fare il bis col suo discorso a reti unificate di stasera. Perciò speriamo che sia chiaro nel dirci se sarà ancora in campo alla prossima elezione per il Quirinale, e riempia le inevitabili parole di circostanza con indicazioni severe al Governo e al Parlamento.
Il premier Draghi che proprio il Colle si è preso l’onere di far digerire alle Camere ha appena varato una Manovra zeppa di buchi. Per questo c’è da augurarsi che stasera il Presidente sposi sul serio e non a chiacchiere il dramma di moltissimi italiani in povertà, pretenda che le attività economiche chiuse per ragioni sanitarie siano aiutate come fece Conte, metta l’Esecutivo di fronte alla necessità di avanzare nelle politiche sociali e in quelle ambientali, vere emergenze del Paese.
I prossimi mesi non saranno facili, come ha appena ammesso il commissario europeo agli Affari economici, Paolo Gentiloni (leggi l’articolo). Le stime sulla crescita non tenevano conto della recrudescenza dei contagi, e la forbice tra chi ha troppo e chi non ha nulla continua ad aprirsi inesorabilmente. Certo, il prossimo Presidente della Repubblica, chiunque sarà, dovrà garantire tutti i cittadini, ma visto l’attuale toto-nomine c’è poco da essere ottimisti.
Dunque come ultimo atto del settennato c’è da sperare che sia franco, e pretenda che invece dei giochi di palazzo i partiti si occupino della povera gente; di quegli italiani che stasera lo guarderanno col doppio panettone e di chi non ha neppure le briciole.