Con il Natale ormai alle spalle, per Roberto Gualtieri è già tempo di bilanci sul piano di pulizia straordinaria della città. Del resto la promessa di portare Roma fuori dall’emergenza (leggi l’articolo), per giunta in così poco tempo e con l’inazione della Regione Lazio, era ambiziosa al punto che per molti sembrava una vera e propria missione impossibile. E tale si è dimostrata perché, a ben guardare, il tutto si è risolto in un flop malgrado il sindaco oggi proverà a sostenere il contrario in un’apposita conferenza.
Scattando una serie di istantanee alla Capitale, si può dire che qualcosa di buono è stato fatto con mille strade sgomberate dai sacchetti e tredici punti critici per il rischio allagamenti, segnalati già dalla precedente amministrazione di Virginia Raggi, dove sono stati puliti tombini e caditoie. Ma guardando più a fondo si scopre che la pulizia è andata avanti a due velocità. Nel centro storico la situazione è pressoché sotto controllo mentre nelle periferie non sono mai spariti i cumuli di immondizia, con l’inevitabile rabbia degli abitanti.
A spiegare cosa sta succedendo è il consigliere capitolino del Movimento 5 Stelle, Paolo Ferrara, secondo cui “il Natale è passato, i doni sono stati scartati (oppure no, come voleva l’assessora Alfonsi) e l’immondizia continua a invadere le strade”. Eppure, prosegue il 5S, “i romani avevano chiesto a Gualtieri di prendersi cura dei rifiuti, ma lui deve aver capito male, perché li ha fatti solo aumentare. L’anno prossimo sarà meglio scrivere direttamente a Babbo Natale…”.
Che la promessa del sindaco Pd fosse irrealizzabile e quindi il piano straordinario non può che essere bocciato, lo dice chiaro e tondo il consigliere M5S, Daniele Diaco: “La crisi dei rifiuti si affronta dotando Ama di mezzi e personale. E infatti è un bene che per l’azienda siano in arrivo 40 camioncini, di quelli usati per raccogliere la differenziata. Merito del piano industriale da 340 milioni varato con la nostra Amministrazione Raggi, grazie al quale sono previste nuove forniture fino al 2023”. Tutto ciò, però, non può bastare perché per Diaco “bisogna spingere anche sul recupero di quelli vecchi: grazie a una buona revisione, sono già state recuperate 130 unità delle tantissime ferme in officina”.
GRADIMENTO IN PICCHIATA. Che la situazione non sia quella promessa lo sostengono anche i romani che, in un sondaggio pubblicato da Repubblica, danno conto di quello che appare come un pesante flop. Si tratta di una rilevazione su un campione ristretto di persone, 5mila partecipanti, ma capace di scattare una fotografia impietosa perché per 1.281 persone il piano è “un totale fallimento”, per altre 955 è solo un fallimento mentre 1.428 sostengono che “un po’ ha funzionato”.
La promozione piena arriva solo da 342 persone mentre altre 673 si dicono soddisfatte. Tradotto, per due romani su tre non è cambiato nulla e per buona parte di loro la situazione è addirittura peggiorata. Così l’amministrazione è chiamata a un nuovo sforzo e, seppur in ritardo, provare a mantenere la parola data. Per farlo, Ama sta preparando l’iter per prorogare di un altro anno l’operatività del centro di trasferenza rifiuti di Ponte Malnome.
Si tratta di un impianto in cui vengono stoccate temporaneamente 300 tonnellate di rifiuti al giorno che poi vengono spostate sui mezzi più capienti che li smistano nelle strutture per il trattamento, che il 31 dicembre avrebbe dovuto chiudere i battenti. Ma la situazione resta critica e per questo Ama non può rinunciare a questo sito con buona pace degli abitanti della Valle Galeria.