Il virus SarsCov2 non arresta la sua corsa, anzi negli ultimi giorni, complici le feste di Natale, si è diffuso in maniera esponenziale. A dirlo sono i dati forniti dall’Istituto superiore di sanità (leggi l’articolo) che richiedono quindi un cambio di passo anche alle misure adottate finora. Così scatterà dal 10 gennaio l’avvio delle somministrazioni dei richiami booster con un intervallo ridotto a 4 mesi dalla seconda dose e non più 5.
IL RICHIAMO. La data (leggi l’articolo), che fino ad ora era soltanto un’ipotesi, è stata confermata dal commissario straordinario all’emergenza covid, il generalissimo Francesco Paolo Figliuolo, durante la sua visita all’hub vaccinale nella caserma degli Alpini Vian di Cuneo. “Darà un ulteriore impulso alla campagna – ha detto – stiamo correndo per cercare di arginare la variante Omicron. Mi preoccupano ancora gli indecisi, un pò di milioni di persone che potrebbero dare una mano ad arginare il virus e soprattutto queste varianti”.
Ma in questi giorni, a fronte del fatto che la nuova variante, pur diffondendosi con estrema facilità, sembrerebbe avere dei sintomi più lievi, si ipotizzano anche nuove regole per la quarantena. “La riflessione sul numero di persone in quarantena l’abbiamo fatta col ministro della Salute, Roberto Speranza. Gli scienziati stanno studiando con l’Istituto Superiore di Sanità”, ha poi aggiunto Figliuolo. “Adesso le quarantene sono diverse per i vaccinati e i non vaccinati, si sta studiando cosa mettere in campo”. In tal senso l’idea sarebbe quella di ridurre la durata della quarantena per i soli vaccinati con terza dose.
IL NODO DELLA QUARANTENA. In effetti sembra che anche gli esperti siano dell’idea che vadano riviste le regole per le “quarantene da contatto”. “Stiamo correndo dietro al virus, rischiamo di farci fregare un’altra volta” ha detto in un’intervista al Corriere della sera il direttore della clinica di malattie infettive all’Ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti (leggi l’articolo). “La quarantena andrebbe riservata solo ai positivi, non ha senso chiudere in casa anche i familiari e i contatti stretti, se sono in salute” spiega Bassetti.
“Il Natale 2021 è completamente diverso dal Natale 2020 non possiamo continuare a mettere in atto le stesse misure di un anno fa, quando nessuno era vaccinato”, ha spiegato ancora. “Pensiamo all’influenza: chi è malato sta a casa, ma i suoi familiari, se asintomatici, conducono una vita normale. Dovremmo cominciare a ragionare in questi termini. Idem per i colori delle Regioni: è giusto mantenerli, ma forse le misure restrittive andrebbero limitate a zone più piccole, come le Province”, ha spiegato, dal suo punto di vista, Bassetti.
Senza dimenticare i ricoveri, nei quali dovrebbero rientrare “solo i soggetti con insufficienza respiratoria e segni radiologici di polmonite da Sars-CoV-2, non i casi lievi o chi è in ospedale per altre patologie ma risulta positivo”. E i No Vax? “Scelgono di rischiare sulla propria pelle, mentre fra chi ha ricevuto le tre dosi solo il 5-6 per cento può contrarre la malattia. Abbiamo di fronte a noi due opzioni: accettare di vivere in un Paese con milioni di persone non vaccinate oppure introdurre l’obbligo, per esempio dai 40 anni in su”, ha commentato ancora l’infettivologo.
Secondo Bassetti, poi, si sta diffondendo una sorta di “isteria” da tamponi. “I vaccinati dovrebbero farselo solo se hanno sintomi. Peraltro, ricordiamo ancora una volta che il tampone dà una falsa sicurezza, perché è l’istantanea di un attimo e può dare falsi negativi”, ha spiegato l’esperto. La speranza, infatti, è quella di dirigersi verso una fase “endemica” della convivenza con il virus, anche in virtù di una serie di evidenze. Fatto sta che il Comitato tecnico scientifico si esprimerà giovedì sulla richiesta di ridurre la quarantena per i contatti stretti che abbiano già ricevuto la terza dose del vaccino.
Secondo le prime informazioni una decisione dovrebbe arrivare nei primi giorni di gennaio, quasi sicuramente prima della fine delle vacanze di Natale, e la quarantena per i vaccinati con terza dose, ora di sette giorni, potrebbe essere ridotta tra i tre e i cinque giorni. Ma il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri a Sky Tg24 (leggi l’articolo) ha spiegato che “è necessaria una revisione delle regole della quarantena ma non è questo il momento. Credo che sia auspicabile ma probabilmente tra 10 o 15 giorni da oggi”. Ad ogni modo, conclude “aspettiamo un parere del Cts” su come effettuare “una revisione della quarantena” che arriverà nei prossimi giorni.