Nel giorno dello sciopero generale aveva promesso che li avrebbe incontrati e lo ha fatto. Il leader M5S, Giuseppe Conte, ha avuto un lungo confronto con i sindacati. “Per il M5S il confronto è il sale della democrazia. Al lavoro con i rappresentanti dei sindacati per parlare di futuro: stop delocalizzazioni e licenziamenti selvaggi, pensioni, lotta a salari bassi e precariato soprattutto per giovani e donne”, scrive su Twitter l’ex premier pubblicando una foto della riunione. A cui hanno partecipato anche la viceministra al Mise (e vicepresidente M5S) Alessandra Todde, la senatrice Nunzia Catalfo e il deputato Stefano Buffagni.
Per i sindacati presenti il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, il numero uno della Uil Pierpaolo Bombardieri e il segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga. “è stato un incontro – ha dichiarato Conte al termine – molto importante e un confronto necessario. C’è una finestra, da parte del M5S, sempre aperta per il confronto con le associazioni sindacali e le parti sociali. In particolare, tra i vari temi discussi c’è la necessità di intervenire in prospettiva europea per le revisione del Patto di stabilità e crescita per garantirci anche politiche espansive in futuro. Abbiamo ragionato anche del contrasto al precariato, che colpisce soprattutto donne e giovani”.
Pentastellati e sindacati hanno condiviso un accordo di consultazione permanente per contrastare l’evasione fiscale. “è un obiettivo comune e prioritario – spiega l’avvocato pugliese – quello di recuperare l’economia sommersa, un grande tesoro di oltre 100 miliardi di euro l’anno che si disperde nel malaffare. Dobbiamo premiare gli onesti e questo tesoro consentirà di abbassare le tasse per tutti”. Ma non solo evasione fiscale.
INCONTRI PERIODICI. Il confronto permanente tra le due parti, che si dispiegherà in incontri periodici, sarà anche su previdenza, fisco e precarietà del lavoro, un fenomeno quest’ultimo che riguarda soprattutto giovani e donne. Il numero uno della Cgil ha ribadito ai pentastellati le ragioni del suo malcontento nei confronti del metodo utilizzato dall’attuale governo. Ovvero comunicare ai sindacati decisioni già blindate, calate dall’alto, senza un confronto preventivo con loro. Così com’è avvenuto sul fisco e le delocalizzazioni, verso cui Cgil e Uil confermano il loro giudizio critico.
“Un sistema in cui siamo informati delle decisioni che assume la maggioranza non va bene”, dice il leader della Cgil che teme si possa ripetere sulle pensioni (il confronto partirà dopo le feste) quanto avvenuto con la Manovra. “Pensiamo che non sia accettabile ridurre il ruolo della rappresentanza sociale a osservatori. Non ci stiamo, non siamo d’accordo e pensiamo che invece il coinvolgimento del mondo del lavoro deve essere effettivo per fare le riforme di cui abbiamo bisogno”, ribadisce Landini.
Fisco, lotta all’evasione e al precariato, scelte politiche industriali capaci di affrontare la transizione ecologica sono tutti temi su cui la Cgil ha richiamato l’attenzione nel confronto con il Movimento ricevendo attenzione e condivisione delle priorità. Il M5S ha messo sul tavolo anche il suo cavallo di battaglia storico del salario minimo, su cui le parti sociali a dire il vero hanno sempre frenato. E ancora: Il tema della sicurezza sul lavoro. La prospettiva del M5S è una Procura nazionale del lavoro. “Quello di oggi è stato un confronto positivo. Se c’è ascolto da parte delle forze politiche e del Governo, non possiamo che essere soddisfatti”, commenta Bombardieri.