Che non si trattasse di un virus qualunque lo si era capito fin dal principio, ma che la sua azione potesse durare così a lungo non lo si immaginava di certo. “A un anno dalla prima approvazione del vaccino non avrei creduto ci trovassimo ancora in un’epidemia – ha detto la direttrice esecutiva dell’Ema, Emer Cooke – ma come tutti sapete la situazione epidemiologica rimane estremamente preoccupante in Europa e la variante Omicron è diventata la variante predominate in un numero crescente di paesi”. Inoltre, ha aggiunto che “con cinque vaccini e sei trattamenti siamo molto più preparati dell’anno scorso e siamo pronti ad adattare i vaccini e i trattamenti se necessario”. Ma bisogna “aumentare le vaccinazioni e le dosi booster”. Il governo sta studiando tutte le possibili misure per contenere i contagi durante le Feste natalizie.
CONTROMISURE. Domani la cabina di regia valuterà ulteriori restrizioni, sul tavolo ci sono la riduzione della durata del green pass e l’obbligo di tampone ai vaccinati per partecipare a feste e grandi eventi. Certo è che la linea del presidente del Consiglio, Mario Draghi, rimane quella dell’apertura delle attività anche se, giorno dopo giorno, i numeri preoccupano e non poco: “L’altra priorità è la gestione della nuova fase della crisi sanitaria – ha ribadito Draghi (leggi l’articolo) -. La campagna di vaccinazione ci ha permesso di salvare vite e di riaprire l’economia, le scuole, i luoghi della nostra socialità. L’arrivo della stagione invernale e la diffusione della variante Omicron ci obbligano però alla massima cautela nella gestione dei prossimi mesi”.
Ma nonostante in questi giorni i dati sull’andamento della pandemia siano tutt’altro che rassicuranti, c’è chi non mostra particolare preoccupazione: “Se i dati rimarranno questi, non ci sarà bisogno di ulteriori restrizioni, ma dipenderà dai dati dei contagi e dei ricoveri”, spiega il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri (nella foto) a Rtl 102.5. “Sono tranquillo. L’Italia ha fatto passi avanti con Green Pass e Super Green Pass e abbiamo ancora una pratica quotidiana che ci difende”, ha aggiunto. In ogni caso “i tamponi sono molto meglio di una chiusura”.
ITALIA A COLORI. Ma le Regioni sono preoccupate. Quelle nelle peggiori condizioni sono la Provincia di Trento e il Friuli Venezia Giulia, con percentuali elevate di occupazione dei posti letto in area medica e terapia intensiva. E da più parti si ipotizza che alcune Regioni potrebbero trascorrere il Capodanno non in gialla ma in zona arancione. C’è veramente questo rischio? In realtà, tra le soglie fissate in estate per finire nella fascia di rischio ancora più elevata e le tempistiche del meccanismo che porta ai cambi di colore, è improbabile che qualche area dell’Italia si ritrovi ad affrontare l’inizio del 2022 in arancione. Per passare dal giallo all’arancione è infatti necessario che una regione abbia il 20 per cento dei posti letto occupati in terapia intensiva e il 30 per cento in area medica, come stabilito a luglio nel decreto Covid.
Attualmente la Provincia di Trento ha il 27 per cento dei posti letto occupati rianimazione e il 18 per cento in area medica. Il Friuli il 16 e il 23 per cento. Entrambe sono quindi vicine a una delle soglie (Trento per le terapie intensive e Friuli per i reparti ordinari) ma abbastanza lontane dall’altra. Teoricamente potrebbero entrambe ritrovarsi con valori da zona arancione in prossimità di San Silvestro, qualora la zona gialla e altre misure prese a livello locale (a Trento è già proibito bere il caffè al bancone per chi è sprovvisto di Super Green pass) non dovessero dispiegare i propri effetti.
MISTERO NEL LAZIO. Sulla temuta nuova variante africana spunta, invece, un vero e proprio giallo nel Lazio. La vicenda, che riguarda uno studente di Roma, è stata accertata all’istituto Spallanzani. L’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato sostiene che si tratta di un caso “di particolare interesse poiché sembrerebbe essere un caso autoctono”. Sarebbe a dire? “Da una fase preliminare dell’indagine epidemiologica – specifica D’Amato – non emergono contatti con persone provenienti da altri Paesi”. Il giovane, asintomatico e in isolamento, ha preso parte a una festa nella capitale con almeno quattro amici risultati poi positivi al tampone, è vaccinato con due dosi Astrazeneca e non risultano viaggi nei 14 giorni precedenti l’insorgenza dei sintomi.