A leggere il commento dell’amministratore delegato della Rai, Carlo Fuortes, non ci sarebbero dubbi: il fatto che Rai1 abbia mandato in onda la prima della Scala con il “Macbeth” di Giuseppe Verdi, è stata una scelta azzeccata. Così come lo è stata la decisione di affidarsi a due colonne portanti di Viale Mazzini come Bruno Vespa e Milly Carlucci. Leggere per credere: “È stata una grande pagina di servizio pubblico nel segno della cultura e della speranza”.
Il risultato? Due milioni e 64 mila persone, con uno share del 10,5%. “La missione della Rai – ha proseguito Fuortes – è quella di portare l’opera a tutti. Perché la grande musica è di tutti. Lo facciamo durante tutto l’anno, trasmettendo spettacoli e concerti da tutta Italia e anche dall’estero. Ma una volta l’anno, il 7 dicembre, lo facciamo ancora più certi di contribuire alla diffusione della cultura musicale”.
I NUMERI. Su un punto Fuortes ha ragione: i numeri sono stati positivi: per gli ascolti tv si tratta di un numero inferiore dai 2 milioni 850mila registrati nel 2019 da Tosca, che è un’opera molto più popolare, ma comunque migliore rispetto ad Attila che non aveva raggiunto i due milioni di spettatori. Insomma, il bicchiere può considerarsi mezzo pieno, anche se non pienissimo.
LE PROTESTE. Ma non di solo share vive l’uomo. Perché se da un lato i numeri – così come l’iniziativa culturale – sono assolutamente da difendere, il problema vero nasce con la conduzione. Sono tanti, sui profili social di Rai1, i riscontri negativi: “Io Carlucci e Vespa li ho tolti dalla mia vita, quando li vedo giro”. “Ma con tutti i competenti in Rai possibile che dobbiamo sempre vedere la Carlucci?”, scrive un altro utente come riportato anche da Dagospia.
E ancora: “Se Macbeth è la denuncia shakespeariana della ricerca del potere per cieco vantaggio personale, la presenza del solito Vespa… fa parte della tragedia ?”. “Ancora Vespa e Carlucci con le loro chiacchiere?”. “Ma Cattelan cosa c’entra?”. Basta qui? Certo che no. Un altro utente, ancora sui social, scrive: “Di grazia, quando mandate in pensione gli ultra sessantenni come i due presentatori di stasera? Sono davvero obsoleti e la prima della scala merita molto meglio che due cariatidi che non hanno più nulla da dire se non Banalità banalità banalità”.
E poi: “Non si capisce niente di quello che dicono Milly e Bruno Vespa!!!! La musica sovrappone le voci!”. “Sempre Vespa con il suo libro”. Il problema vero, come sottolineato da diversi commenti in rete, è che essendo i conduttori certamente dei pezzi da novanta ma non preparatissimi sulla lirica, avrebbero fatto anche errori marchiani. E, come si sa, la rete non perdona: “Sempre un immenso piacere poter seguire la prima della Scala, ma mi chiedo per quale folle motivo si continui a farla presentare a Vespa e alla Carlucci!! Solo nella prima parte hanno già inanellato una serie di inesattezze aberranti “Salsi interpreterà il ruolo del tenore (Salsi è baritono)…. Verdi verista…” Tanto sforzo per cercare di promuovere un nostro patrimonio culturale, banalizzato da personaggi incompetenti”.
La domanda che ci si dovrebbe porre a questo punto è inevitabilmente la seguente: se ovviamente ha senso riportare la cultura su Rai1 e in prima serata, se gli ascolti dimostrano che gli italiani sono interessati al “prodotto”, non converrebbe poi affidare la conduzione a persone più preparate in materia invece di affidarsi ai soliti volti che poi si ritrovano, loro malgrado, a fare errori?