Espansiva sì, ma per chi? Al Governo, che appresa la notizia dello sciopero generale proclamato da Cgil e Uil per il 16 dicembre si è affrettato a dire che la sua Manovra è espansiva, replica il numero uno della Cgil, Maurizio Landini. “La Manovra è espansiva e c’è ripresa, è vero, ma per chi?”, chiede Landini spiegando, con Pier Paolo Bombardieri in una conferenza stampa, le ragioni dello sciopero. “Rispetto alle risposte che il Governo ci ha fornito c’è la necessità di rappresentare un Paese dove non va tutto bene, dove aumentano le disuguaglianze, dove servono maggiori risposte per lavoratori, precari e disoccupati”, gli dà man forte il segretario generale della Uil.
Landini punta il dito anche contro la decisione della maggioranza – che giudica “grave” – di bloccare la proposta del premier di congelare i benefici fiscali a chi guadagna più di 75mila euro per poter dare risorse ai redditi più bassi. Il Governo, continua Landini, sul fisco ha sbagliato nel metodo – presentando ai sindacati un accordo già blindato – e nel merito. Gli 8 miliardi stanziati in Manovra per il taglio delle tasse devono andare “tutti ai lavoratori e ai pensionati”, insiste. Sul tema pensioni, denuncia ancora il numero uno della Cgil, il tavolo non è ancora partito.
IN ORDINE SPARSO. Ma lo sciopero generale ha come primo effetto quello di spaccare la maggioranza. Attacca Matteo Salvini: “è inspiegabile e irresponsabile la scelta della Cgil. Ringrazio la Cisl per il senso di responsabilità che dimostra”. Va giù pesante anche il leader di Azione. “Vogliono solo dimostrare di esistere. è una strategia sbagliata che li porterà all’irrilevanza, si dissolveranno”, dice Carlo Calenda. “Un errore clamoroso” anche per Italia viva. “Un danno per la ripresa economica”, dice Antonio Tajani per Forza Italia. Molto più magmatica la posizione del Pd.
Se alcuni dem, come Andrea Marcucci, ne danno un giudizio severo (uno sciopero “immotivato e ingiusto”) il resto del Pd, pur continuando a difendere la Manovra, auspica la ripresa del dialogo. Si dice “sorpreso” il ministro del Lavoro, Andrea Orlando. “Sicuramente non è una riforma che penalizza lavoratori e pensionati – spiega – Ritengo legittima la scelta del sindacato, rispettabile, ma non la definirei affatto scontata o dovuta”. Il responsabile economia del Nazareno, Antonio Misiani, dice che l’ultima cosa che il Paese può permettersi è una nuova stagione di conflitti sociali.
Ma come Orlando insiste col dire che si proseguirà sulla strada del confronto (leggi l’articolo). Sulla stessa linea Leu. E i sindacati lasciano uno spiraglio alla ripresa del dialogo. “Che non è interrotto, si può riprendere in ogni momento. Siamo pronti al confronto su tutto ma ci devono essere cambiamenti molto forti”, chiarisce Landini.
USCITA DALL’ANGOLO. E senza toccare l’accordo sull’Irpef, l’Esecutivo starebbe cercando di aumentare ancora la dote contro il caro-bollette per rabbonire Landini e Bombardieri. Si punterebbe a raddoppiare i fondi aggiuntivi che al momento sono circa 800 milioni e che portano le risorse per il primo trimestre a 2,8 miliardi. La Cisl, che ha riunito la segreteria, insiste col ritenere “sbagliato ricorrere allo sciopero generale e radicalizzare il conflitto in un momento tanto delicato per il Paese”.
Ma la distanza fra i tre, con il sindacato guidato da Luigi Sbarra che giudica positivamente la Manovra perché col taglio delle tasse sarebbero state favorite le fasce medie e basse di reddito, sembrano abissali. La Cisl ha decisamente visto un altro film.