Da oltre 6000 sono scesi a poco meno di 700 gli emendamenti segnalati alla Manovra. Ma non basta. Il governo punta a una sintesi ulteriore almeno per quello che riguarda alcuni macro temi. Tra questi superbonus e bonus edilizi, scuola, caro-bollette, patent box, cartelle. Un lavoro di analisi che è stato oggetto ieri – con un focus su Superbonus e scuola – dei primi incontri bilaterali di relatori e Governo con i gruppi di maggioranza. Per le modifiche – al momento – sono previsti “solo” 600 milioni.
Una sintesi è dunque obbligatoria anche perché la tentazione dei partiti di rilanciare le proprie battaglie è dura da vincere. Tutti d’accordo sul Superbonus nella richiesta di eliminare il tetto Isee dei 25 mila euro per gli interventi sulle case unifamiliari e di apportare aggiustamenti alle norme anti-frodi. E convergenza si registra anche sul bonus facciate che è stato sì prorogato ma con una percentuale ridotta dal 90 al 60%. Un taglio che non va giù alle forze politiche. Altro tema gettonato rimane il caro-bollette. Si spinge per irrobustire i fondi – al momento pari a 2,8 miliardi – destinati a calmierare i prezzi di energia e gas. E sintonia c’è anche sulla richiesta di prorogare la possibilità per bar e ristoranti di occupare il suolo pubblico.
BANDIERINE. Poi si arriva ai temi che più stanno a cuore alle singole forze politiche. Sulla scuola e sulla non autosufficienza spinge molto il Pd a cui è caro anche il capitolo pensioni. In particolar modo i dem propongono di abbassare da 36 a 30 anni la soglia contributiva per l’accesso dei lavoratori edili all’Ape sociale. Il M5S spera di poter riportare in auge il cashback anche sotto altre spoglie: ovvero la restituzione diretta sui conti correnti delle detrazioni d’imposta, prime tra tutte quelle sanitarie.
La Lega, che continua a mettere nel mirino il Reddito di cittadinanza con il tentativo di ridurne le risorse a disposizione, converge invece col M5S e con Forza Italia sulla richiesta di una proroga delle cartelle esattoriali e di una rottamazione quater. Rimane in sospeso anche la questione, che sta molto cara a Confindustria, del patent box, ovvero il regime opzionale di tassazione agevolata sui redditi derivanti dall’utilizzo di software protetti da copyright, brevetti industriali e marchi d’impresa.
Si profila un sistema con due opzioni alternative per le imprese: o gli incentivi sulla sperimentazione o la deduzione sull’utilizzo dei brevetti. I tecnici del governo stanno aspettando i riscontri dell’Agenzia delle entrate sulle stime dei costi. L’emendamento del governo che inserisce in Manovra il taglio dell’Irpef e dell’Irap verrà presentato settimana prossima alla commissione Bilancio del Senato.
Ma anche qui sebbene i partiti sostengano l’accordo raggiunto in maggioranza, proveranno a far passare dei ritocchi. Vedi Forza Italia che insiste per allargare il taglio dell’Irap, la Lega che spinge per l’innalzamento della flat tax sugli autonomi e il M5S che propone una easy tax come scivolo in uscita dalla flat tax di autonomi e partite Iva con redditi oltre i 65mila euro.