Più di un mese fa aveva respinto l’ipotesi, poi negli ultimi giorni l’aveva rivalutata. Infine ci ha pensato bene e, dopo aver fatto filtrare dal suo staff le sue perplessità, in una conferenza stampa (qui il video) Giuseppe Conte ha chiarito che no, non correrà per il seggio alla Camera lasciato libero da Roberto Gualtieri, ora sindaco di Roma. “Ringrazio il Pd e Letta per la disponibilità e la lealtà nella proposta” di candidatura ma “dopo un nuovo supplemento di riflessione ho capito che in questa fase ho ancora molto da fare per il M5S”, dice il leader dei pentastellati.
E chiarisce che il suo no non è dettato da “spocchia”, perché sarebbe piuttosto “un onore” accettare, ma “proprio per questo ritengo che non sarebbe corretto, dovendo dedicarmi al Movimento, candidarmi per una carica per cui rischierei di essere un assenteista”. Parte dei dem, ma solo una parte, e Leu avevano accarezzato l’idea di una candidatura del presidente M5S al fine di rinsaldare l’asse giallorosso in vista del Quirinale e di rafforzare la leadership dell’avvocato all’interno del Movimento.
Ma le tante incognite in questa proposta lo hanno convinto a non accettare. Alla notizia di una sua possibile discesa in campo si sono scatenati i Calenda e i Renzi di turno, minacciando fuoco e fiamme. Al punto che Conte ancora una volta sente il dovere di prendere le distanze dal progetto di un campo largo per il centrosinistra.
CAMPO DI BATTAGLIA. Più che un campo largo, dice, “quando vedo certe uscite saccenti e sguaiate penso a un campo di battaglia”. Ma nessun problema. Il leader M5S garantisce che la sua presenza in Parlamento non sarà necessaria per essere incisivi nelle partite che contano, dalla Manovra a, soprattutto, l’elezione del Capo dello Stato. “Non avere uno scranno non sarà un ostacolo per trovare la soluzione” che il M5S vuole perseguire, dice, ovvero un Capo dello Stato di “alto profilo morale”. “Sono leader della più forte forza politica di maggioranza” che assicura sarà “la più compatta” nel passaggio sul Quirinale.
E, ancora una volta, conferma che nonostante le aperture nei confronti del Reddito di cittadinanza, Silvio Berlusconi non è il candidato del M5S al Colle. Alla domanda se veda meglio Mario Draghi a Palazzo Chigi o al Quirinale, Conte risponde che l’attuale premier “ha un’occupazione non da poco, guidare un Governo con moltissime cose da fare, tante sfide davanti da centrare. L’attività di Governo richiede tantissima concentrazione, lasciamolo lavorare”, aggiunge. E assicura che il Paese ha bisogno di stabilità e non di una crisi politica che porti a elezioni anticipate.