Chi occupa politicamente il centro vince. Renzi lo va ripetendo da oltre due mesi. Costretto a lasciare Palazzo Chigi dopo il flop col referendum costituzionale, finito a dover rassegnare le dimissioni da segretario del Partito democratico dopo le disastrose elezioni del 2018, colpito dall’inchiesta Open (leggi l’articolo) e con Italia Viva inchiodata al 2%, da tempo l’ex rottamatore si sta spostando sempre più a destra e ora si parla di fusione tra i suoi gruppi parlamentari e quelli di Coraggio Italia, la formazione del governatore della Liguria, Giovanni Toti, e del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro.
L’obiettivo? Pesare nella scelta del nuovo Capo dello Stato. Anzi essere determinante. Proprio quel voto su cui, sempre due mesi fa, l’ex premier sosteneva che un nuovo soggetto centrista non avrebbe preso forma in vista del voto per il Colle. “Una partita troppo delicata per ridurla a un test per apprendisti centristi”, diceva. Ma a quanto pare sembra aver cambiato di nuovo idea.
LE MANOVRE. Fondendosi, Iv e Coraggio possono contare su un pacchetto di oltre 70 grandi elettori per il Colle. Mica poco. Dopo le prime indiscrezioni, da ieri si è così iniziato a parlare apertamente di una federazione a livello parlamentare. I contatti sono intensi e ci sarebbero stati direttamente tra Matteo Renzi e il capogruppo di Italia Viva al Senato, Davide Faraone, da una parte e lo stesso Toti e i senatori Paolo Romani e Gaetano Quagliariello dall’altra. “Ci stiamo lavorando seriamente’’, ha assicurato Ettore Rosato, presidente di Iv.
Tanto per eliminare qualsiasi dubbio. Da Coraggio Italia sostengono che lo scopo delle consultazioni è dar vita a una sorta di ‘’patto di consultazione’’ per coordinarsi meglio in Parlamento. Toti, a margine di un convegno della Uil a Genova, ha poi affermato: ‘’Dialogo con Renzi? Credo che in questo momento dialogare con tutti sia interesse del sistema Paese, soprattutto quando si devono scegliere le autorità di garanzia come il Presidente della Repubblica. E poi non è una cosa che va contro gli interessi del centrodestra’’.
I contatti sono stati allargati anche ad Azione e a +Europa, dove però l’operazione sarebbe più difficile. Carlo Calenda non sembra convinto dell’asse con l’ex rottamatore, anche se avrebbe apprezzato il gesto e dunque chissà cosa potrà accadere nei prossimi giorni. “A noi – fanno sapere da Azione – interessa una proposta innovativa, di rottura del bipopulismo. Noi lavoriamo nel Paese più che nei gruppi parlamentari”.
LE REAZIONI. A storcere subito il naso è Matteo Salvini, che ancora si atteggia ad azionista di maggioranza del centrodestra. “Auguri”, ha risposto il leader della Lega ai cronisti che, a margine dell’assemblea dell’Udc, gli hanno chiesto ieri un commento sulle indiscrezioni relative al cantiere aperto da Cambiamo Italia e Italia viva per costruire un nuovo centro. E quando di discute di centro non poteva mancare l’intervento di Clemente Mastella, centrista per eccellenza.
“Il mio partito Noi di Centro? Il mio è un centro più popolare, quello di Carlo Calenda è tolemaico perché basato su di sé, quello di Matteo Renzi è più di sinistra, mentre con quello di Toti e Brugnaro ci guardiamo con simpatia”, ha detto il sindaco di Benevento a Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora. E proprio Mastella oggi a Roma, presso il teatro Brancaccio, presenterà la sua nuova formazione politica, assicurando che parteciperanno all’evento sia Rosato che Quagliariello.