Sembra proprio che la Rai non ne azzecchi una. Così anche la messa in onda di un film viene funestata da “un errore materiale”, come lo ha definito il direttore di Rai1 Stefano Coletta, con cui è stato troncato di netto il finale per dare la linea alla trasmissione Porta a Porta di Bruno Vespa. Basterebbe questo per comprendere l’ira che dilaga tra i 2.804.000 spettatori che erano incollati alla televisione per vedere la conclusione del giallo La stagione della caccia, tratto da uno dei romanzi storici scritti dalla geniale penna di Andrea Camilleri, e sono stati sorpresi dall’interruzione avvenuta proprio nel momento in cui si risolveva il mistero.
LA PEZZA È PEGGIO DEL BUCO. Uno scivolone, a tratti incomprensibile, per il quale si è scusato il direttore di Rai1 secondo cui si è trattato di un “errore”. Peccato che quanto ha detto è stata la classica “pezza peggiore del buco”. Già perché il manager, intervenuto a margine della presentazione dello Zecchino d’Oro, ha detto: “non mi trovavo davanti alla televisione, il film ‘La stagione della caccia’ del ciclo C’era una volta Vigata di Camilleri è stato interrotto a 10 minuti della fine”. A suo parere “si è trattato indubbiamente di qualcosa di sgradevole, e irrispettoso nei confronti della platea televisiva di Rai1” e per questo “appena sono stato informato ho chiesto scusa al produttore Carlo Degli Esposti e successivamente al regista”.
Quanto successo è stato “un incidente materiale”, un errore che in ogni caso non può e non deve essere sminuito, “che ha delle responsabilità, qualcosa che può avvenire e abbiamo seriamente chiesto scusa agli spettatori, al regista, al produttore” continua Coletta. Lo stesso spiega che “purtroppo anche quando la procedura è informatizzata possono esserci questi errori” e così “la prima decisione che ho preso questa mattina è che lo ritrasmetteremo nel mese di dicembre. A nome della Rai, mio, e anche dei colleghi che hanno commesso questo errore chiedo scusa, ma ribadisco che è una cosa che può capitare”.
Una spiegazione che evidentemente non ha convinto il deputato di Italia Viva, Michele Anzaldi, che su Twitter ha scritto: “Si può troncare un film in anticipo e tagliare il finale? La Rai ci dirà i responsabili del taglio di ‘La stagione della caccia’ tratto dal romanzo di Camilleri? Doveroso chiarire, dopo i tanti commenti inferociti dei telespettatori. Un’offesa alla memoria del grande scrittore”.
Polemiche che hanno visto in prima fila anche il regista del film, Roan Johnson, che ha puntato il dito contro Bruno Vespa e i vertici di viale Mazzini: “Come si fa a commentare il fatto che in prima serata su Rai1 un film venga tagliato a 15 minuti dalla fine perché – immagino eh – Porta a Porta sennò va troppo in là? Come si fa a scusarsi con gli spettatori, con tutti quelli che hanno lavorato al film e con Camilleri? Forse La stagione della caccia dovrebbe essere aperta per trovare il responsabile in Rai (che a mio parere è la prima a essere stata danneggiata)”.
Un duro sfogo a cui ha replicato Vespa, il quale è estraneo all’accaduto, secondo cui: “Solo persone profondamente incompetenti o in clamorosa malafede possono immaginare che io abbia l’autorità o la semplice intenzione di tagliare il programma che precede Porta a Porta per andare in onda in anticipo”. Una giornata densa di polemiche in cui è passato in sordina perfino il via libera del cda della Rai al nuovo direttore di Rai2 che, come anticipato da La Notizia, sarà Massimo Lavatore.
L’ANNO ORRIBILE. Quel che è certo è che sembra non esserci pace per il servizio pubblico radiotelevisivo che appare sempre più nell’occhio del ciclone. Soltanto guardando alle ultime settimane la catena di errori e polemiche appare sterminata. La più importante di tutte è stata quella per le nomine nei telegiornali Rai che ha portato il leader di M5S, Giuseppe Conte, a parlare di “lottizzazione fatta a Palazzo Chigi” (leggi l’articolo). Parole a cui ha controbattuto l’ad Carlo Fuortes in commissione vigilanza Rai che, pur ammettendo incontri coi partiti, ne ha rivendicato la paternità.
Pochi giorni dopo l’altra grana è scoppiata con la presunta trattativa tra Vespa e la Mediaset (leggi l’articolo). Qualcosa che nei corridoi di viale Mazzini viene bollata come uno stratagemma del conduttore per strappare un contratto migliore in Rai. Dulcis in fundo lo scivolone di Porta a Porta che nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne ha mandato in onda l’intervista a una delle ex protagoniste di una storia di pedofilia di cui fu teatro il quartiere Parioli di Roma (leggi l’articolo). Il tutto con l’aggravante, questa l’accusa di Usigrai, che dall’intervista “sono anche spariti, e con loro le rispettive responsabilità, gli uomini che si sono approfittati di quelle adolescenti”.