Nonostante le buone intenzioni di Mario Draghi (blindare la sua prima Manovra) continua il balletto dei partiti alla sua corte. Ognuno pronto a piantare le sue bandierine. Ieri è toccato a Lega, Forza Italia e Pd. Il partito di Matteo Salvini insiste per mettere le mani sulla dote destinata al Reddito di cittadinanza per dirottarla al taglio delle bollette.
E ancora. Il Carroccio chiede la rottamazione delle cartelle esattoriali e il rafforzamento della flat tax al 15% alzandola a 100mila euro. Forza Italia punta ad aumentare i fondi per il taglio delle tasse (da 8 a 10) e come la Lega vuole mettere mano alle risorse per gli aiuti alla povertà, cari al M5S, e la proroga delle cartelle esattoriali. E poi c’è il Pd.
A Draghi “abbiamo posto alcune questioni: migliorare l’intervento sulla scuola, intervenire con più risorse sulle bollette, accompagnare il superamento del Superbonus al 110% con misure che continuino il percorso virtuoso messo in moto, rafforzare l’intervento sulla non autosufficienza”, dichiara il ministro e capo delegazione dem, Andrea Orlando.
Il Pd chiede poi che venga applicato agli edili il pensionamento anticipato attraverso l’Ape sociale. Intanto tra gli emendamenti alla Manovra del M5S spuntano alcune proposte che accolgono i suggerimenti del comitato scientifico guidato da Chiara Saraceno per migliorare il Reddito di cittadinanza.
Ovvero per gli stranieri il dimezzamento nel 2023 del requisito di residenza per poter far richiesta del sussidio e il cambio della scala di equivalenza adottata al fine di avvantaggiare famiglie numerose e con minori. La proposta M5S “è un cavallo di Troia per lo Ius soli”, attacca la Lega.