Le autorità ritengono che ci sia stato un solo aggressore nella sparatoria di ieri avvenuta nella base della marina di Navy Yard a Washington. Lo ha annunciato il capo della polizia di Washington D.C., Cathy Lanier. In un primo momento la polizia aveva fatto invece sapere che stava cercando un possibile secondo sospettato. L’ultimo bilancio è di 13 morti, compreso l’aggressore, che è stato ucciso nello scontro a fuoco con la polizia. Si tratta di Aaron Alexis, 34 anni, ex riservista della marina Usa. Ignoti ancora i motivi dell’attacco. Il sindaco di Washington, Vincent Gray, ha annunciato che le altre 12 vittime sono di età compresa fra 46 e 73 anni. I feriti sono invece otto, tre dei quali sono stati trasportati in ospedale: sono un agente di polizia e due civili donne. Ci si aspetta che tutti e tre riusciranno a sopravvivere.
L’Fbi ha fatto sapere che l’aggressore aveva un pass valido per entrare nel complesso, dove lavorava come contractor del dipartimento della Difesa per un progetto di computer del corpo di marina e marines. Alexis era un ex riservista della marina, incarico che aveva ricoperto fra il 2007 e il 2011, ma non è chiaro perché avesse lasciato questo lavoro. Era stato inoltre un aiuto elettricista dell’aeronautica in una unità di Fort Worth, in Texas. Buddista, era cresciuto a New York, ma il luogo della sua ultima residenza era appunto il Texas. Pare che avesse talvolta degli scatti di rabbia e che si lamentasse della marina e di essere vittima di discriminazioni. In passato aveva avuto problemi con la giustizia ed era stato coinvolto in due sparatorie, nel 2004 e nel 2010, a Fort Worth e a Seattle. Al momento della sparatoria a Navy Yard portava con sé tre armi: un fucile d’assalto AR-15, un fucile a pompa e una pistola che aveva preso a un poliziotto sul posto. A riferire questo dettaglio sono due ufficiali federali coperti dall’anonimato. L’attacco di ieri è il peggiore a una struttura militare Usa dalla strage di Fort Hood del 2009, avvenuta in Texas, dove uno psichiatra dell’esercito, il maggiore Nidal Hasan, uccise 13 persone. Hasan si è difeso dicendo che si trattava di uno sforzo per provare a salvare vite di musulmani oltreoceano ed è stato condannato il mese scorso alla pena di morte.
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