Al via da oggi in Italia le somministrazioni della terza dose del vaccino anti-Covid per gli over 40. Intanto continua il pressing dei governatori sull’Esecutivo a favore dell’introduzione del super Green Pass, ma c’è anche chi continua a invocare l’obbligo vaccinale (leggi l’articolo).
“L’obbligo vaccinale è una necessità, non è più una opzione. Quanti morti ancora devono esserci perché qualcuno si convinca che al vaccino non c’è alternativa, quanti” ha detto il governatore della Sicilia, Nello Musumeci.
”Spero che il governo anticipi a 5 mesi per fare la terza dose prima di Natale. C’è stata una partenza lenta ma stiamo recuperando. La recrudescenza del virus ha stimolato la paura e la consapevolezza che il rischio non è finito” ha ribadito, invece, il presidente ella Regione Liguria, Giovanni Toti che nei giorni scorsi aveva proposto l’introduzione del super Green Pass (leggi l’articolo)
”È una proposta che io ho lanciato in tandem con Fedriga – ha aggiunto il governatore della Liguria parlando al Messaggero – ma che la maggior parte dei colleghi hanno fatto propria. E poi è un passo per non arrivare alla misura draconiana ma moralmente legittima che è l’obbligo. Se andassimo in quella direzione si impedirebbe magari ai no vax di non andare a lavorare, ma pur sbagliando noi cerchiamo di tutelarli. Il pass a due velocità che proponiamo consente a tutti di recarsi sul posto di lavoro e fare le cose indispensabili, a patto che abbiano un tampone. Ma permette ai soli vaccinati di frequentare i luoghi della socialità come teatri, cinema, discoteche o partite di calcio. È uno strumento che consente da un lato di avvicinarsi all’obbligo senza imporlo e dall’altro di dare la certezza alle attività di stare aperte”.
“Penso che il governo adotterà un pacchetto di misure – ha aggiunto Toti – e che questo non comprenderà solo il pass a due velocità, ma anche l’obbligatorietà di terza dose per sanitari ed Rsa, e una serie di altri interventi tra cui non so se vedrei bene una stretta sui test. Ritengo solo che queste misure debbano essere prese in tempo. Ora siamo in ritardo. Il Natale è alle porte e dobbiamo intervenire in fretta. Non bisogna pensare solo all’oggi. Negli ospedali ora c’è un numero pazienti gestibile, anche con facilità, ma dobbiamo essere sicuri che qualsiasi cosa accada il Paese non richiuderà”.
“Le preoccupazioni delle Regioni sono le nostre – ha detto ieri a La Stampa, il ministro per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini – e il Governo sta monitorando la situazione con estrema attenzione. Abbiamo evidenze scientifiche che ci dicono che dopo 6 mesi si riduce gradualmente la percentuale di protezione che il vaccino assicura. Occorre dunque, avvicinandosi al sesto mese dalla seconda dose, premurarsi per avere per tempo la terza inoculazione: su questo bisogna correre”.
E sono 93.494.935 le dosi di vaccino contro il Covid-19 somministrate finora in Italia (qui il report), il 93,5 per cento di quelle consegnate pari a 99.954.043. Le persone che hanno completato il ciclo vaccinale sono 45.685.863, l’84,59 per cento della popolazione over 12, mentre le persone con almeno una somministrazione sono 46.985.040, l’86,99 per cento della popolazione over 12. Sono, invece, 667.449 quelle che hanno ricevuto la terza dose, il 74,54 per cento della popolazione potenzialmente oggetto di dose addizionale. La dose booster è stata somministrata a 3.280.887, pari 63,65 per cento della popolazione che ha ultimato il ciclo vaccinale da almeno sei mesi.