Qualcuno avrebbe dovuto capirlo quando, già a inizio novembre, in piena crisi “Morisi”, ne era nata un’altra. Da una parte Matteo Salvini, dall’altra i potenti – e amati – governatori leghisti. In quell’occasione da Luca Zaia a Massimiliano Fedriga, i presidenti di Regione targati Lega avevano, in merito all’emergenza Covid, sposato la linea prudente del governo sulle nuove aperture e capienze per sport e spettacolo. Più impaziente invece era stato il segretario, che invocava: “Apriamo tutto” perché “se il green pass ti rende sicuro e puoi andare allo stadio e al teatro, puoi farlo a piena capienza”.
A cercare di mediare ci aveva pensato proprio Giancarlo Giorgetti (leggi articolo) con un’intervista pubblicata su La Stampa: “Io leader? Non sono tagliato”. Meglio giocare nelle retrovie, dunque il ragionamento. Il tentativo di fare da detonatore, però, si è trasformato in un boomeang esplosivo. Già allora il ‘capitano’ aveva liquidato quell’intervista così: “Non ho molto tempo per leggere le interviste”.
IL RETROSCENA
Quel che sembra, dunque, è che nel partito di via Bellerio si consumano ormai prove tecniche di scontro, in attesa della resa dei conti. Sarebbe potuto arrivare con il test delle amministrative scorse. Ma alla fine almeno in apparenza nulla è accaduto. Certo è che il clima, nel sottobosco, non è dei più rosei. E ora a rendere tutto ancora più tetro per Salvini ci si mette l’ultima polemica con i governatori del suo stesso partito. “Chiediamo che eventuali nuove misure siano solo per chi, pur potendosi vaccinare, non lo ha fatto.
Chiusure per tutti sarebbero un danno enorme all’economia”, ha detto tra gli altri ancora Fedriga. Sulla stessa linea, però, anche Attilio Fontana e Luca Zaia. Che forse si sarebbero aspettati una posizione più in linea con il loro volere da parte del segretario del partito nazionale. Che invece si è posto di traverso: no secco alla possibilità di nuove restrizioni.
Il che è una notizia non da poco, considerando che se in altre occasioni la frattura interna derivava dal fatto che il Capitano aveva “esigenza” di criticare l’operato del governo, questa volta l’opposizione ai governatori del Carroccio nasce proprio perché Salvini – come hanno chiaramente detto fonti interne alla Lega – condivide la linea dell’esecutivo e di Mario Draghi: “L’Italia non ha i numeri (ben più preoccupanti) dell’Austria, il sistema sanitario regge, la durata del Green Pass non cambia. L’obiettivo p evitare nuove restrizioni, fermo restando la massima attenzione per la tutela della salute”. Insomma, nessuno si inventi nuove restrizioni o nuovi colori per le regioni. E ciò, a quanto pare, vale anche per le voci provenienti dal suo stesso partito. Al di là della vicenda in sé, tuttavia, resta il tema di una frattura che assume i contorni di una rottura insanabile. Mentre Giorgetti osserva.