Centri di assistenza fiscale compiacenti e sedici persone letteralmente senza scrupoli (leggi l’articolo). C’era da aspettarselo che anche una misura di civiltà come il Reddito di cittadinanza finisse nel mirino dei delinquenti ma per fortuna, malgrado ciò che sostiene la destra, i controlli per prevenire le frodi sul prezioso sussidio funzionano. Sono stati arrestati, infatti, i sedici componenti di quella che appare come una banda che si è specializzata in una brutale truffa.
Alla base del raggiro una serie di 9mila profili di cittadini rumeni, originari in gran parte di Craiova e Sadova, iscritti nell’anagrafe dei residenti a Cremona e di molti altri comuni della provincia che, sostanzialmente, venivano sfruttati per presentare domanda così da ottenere in maniera indebita il Reddito di cittadinanza. Un raggiro che secondo la Guardia di Finanza di Cremona, coordinata dalla procura di Milano, avrebbe fruttato agli autori oltre 60 milioni di euro.
Dall’indagine del procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e del pubblico ministero Paolo Storari, è emerso come le residenze fittizie risultavano tutte negli stessi palazzi: in 518 hanno dichiarato di vivere tutti nello stesso palazzo di Piazza Selinunte, in 287 in via degli Apulia in un unico condominio e 212 in viale Aretusa allo stesso numero civico. Anomalie che non venivano segnalate dai centri di assistenza fiscale (Caf) compiacenti che chiudevano un occhio visto che, per ogni pratica, spettava loro 10 euro oppure perché costretti dietro minacce.
BOTTA E RISPOSTA. Un raggiro che, grazie ai controlli, sarebbe potuto continuare tanto che gli indagati erano pronti ad effettuare altri ‘colpi’. Come sempre accade quando di mezzo c’è il reddito di cittadinanza, la notizia ha subito creato una pioggia di critiche politiche da parte delle destre e da Italia Viva. In prima fila c’è la Lega che pur di colpire i 5 Stelle non perde occasione per criticare questa misura.
“Il Reddito di cittadinanza dovrebbe aiutare chi veramente non può lavorare e invece conferma di essere principalmente una manna dal cielo per ladri e truffatori” e così “la Lega chiede con urgenza che venga rivista questa misura e che i soldi, invece di essere destinati a finti poveri con auto di lusso o a delinquenti stranieri, vadano ad aiutare invalidi, disabili e chi veramente ne ha bisogno” fanno sapere i capigruppo di Camera e Senato della Lega, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo.
Ancor più duro Claudio Durigon, il deputato del Carroccio e responsabile dipartimento Lavoro, che arriva addirittura a dire che “un conto è chi cerca davvero un impiego, chi è disabile o accudisce una persona malata, altro sono i nullafacenti che di furbetto non hanno proprio nulla. La Lega chiede regole certe per investire sul lavoro, non sul divano”. Insomma il teorema, ribadito ieri dal segretario Matteo Salvini, è sostanzialmente che il reddito di cittadinanza è “un disincentivo al lavoro”.
Tra gli avversari più accesi del reddito non può mancare, però, Matteo Renzi che anche ieri si è lasciato andare spiegando che “non fa notizia come il mio conto corrente e le mie legittime conferenze all’estero ma segnalo che hanno scoperto una truffa da 60 milioni grazie al reddito di cittadinanza. Ogni giorno nuovi casi, un vergognoso sperpero di denaro pubblico alle spalle dei cittadini onesti. I grillini ovviamente zitti”.
Neanche il tempo di finire la frase che è arrivata la risposta di Maria Domenica Castellone, capogruppo del M5S al Senato, che ha messo i puntini sulle i: “Purtroppo anche oggi continuano le mistificazioni sul Reddito di cittadinanza. Sgombro subito il campo da qualunque dubbio: se i fatti accertati verranno confermati, la truffa da 60 milioni sventata dalla Guardia di Finanza sarebbe a tutti gli effetti l’azione di una organizzazione criminale e come tale andrebbe considerata e perseguita”.
“Fatta questa premessa, purtroppo sorprende che questa continua campagna denigratoria e degradante sul Reddito giunga da forze politiche e da politici che, così facendo, si dimostrano insensibili di fronte a centinaia di migliaia di famiglie in difficoltà” che “sono arrivati al punto di mortificare chi ha bisogno di aiuto e merita rispetto”. Parole a cui si è accodato il ministro del Lavoro dem, Andrea Orlando (nella foto): “C’è una ignobile campagna politica che identifica percettori del reddito e furbetti. Chi ne ha diritto va rispettato, chi imbroglia colpisce soprattutto chi ha bisogno”.