Il testo della manovra varato il 28 ottobre prevedeva il decalage dell’assegno del Reddito di cittadinanza per tutti gli occupabili a partire dal sesto mese. L’intervento del vostro leader Giuseppe Conte lo ha impedito e ora il taglio partirà dalla prima offerta di lavoro rifiutata e la sospensione dopo due offerte respinte (leggi l’articolo). Rossella Accoto, sottosegretaria M5S al Lavoro, condivide?
“Come M5S ci siamo da subito attivati per modificare questa scadenza temporale di sei mesi. Innanzitutto credo che togliere anche pochi euro a un sussidio che argina la povertà sia sbagliato. In secondo luogo far scattare questo decremento automaticamente, magari in assenza di proposte lavorative fatte pervenire ai percettori, sarebbe stato un atto punitivo verso la condizione stessa di povero. Ora partirà dopo una scelta volontaria del percettore di rifiutare una offerta congrua entro 80 km di distanza dalla propria residenza. Mi sembra che la differenza etica tra il testo in bozza di una decina di giorni fa e quest’ultima ipotesi sia sostanziale”.
Le destre e i renziani potrebbero tentare nuovi assalti al Reddito di cittadinanza in Parlamento nel corso dell’iter della legge di Bilancio?
“Le modifiche inserite nel testo della Legge di Bilancio sono state concordate in Consiglio dei Ministri e approvate da tutte le forze politiche che ne fanno parte. Per questo terremo il punto contro chi, per meri scopi elettorali, vuole continuare a speculare sulla pelle di chi è più sfortunato mortificandolo con ulteriori imposizioni”.
La Commissione Saraceno ha presentato dieci proposte per riformare il Rdc. Tra queste la riduzione a 5 anni del periodo di residenza per gli stranieri per poterlo richiedere e il cambio della scala di equivalenza per renderlo più generoso per le famiglie numerose. Che ne pensa?
“L’abbassamento della residenza minima a 5 anni non è un dato politico ma una richiesta che arriva dall’Europa e che non posso far altro che registrare. Sulle famiglie invece ha toccato uno dei punti più cari al Movimento 5 Stelle. è necessario un intervento decisivo per quanto riguarda i nuclei familiari numerosi. Se consideriamo il rapporto tra reddito di cittadinanza e famiglia in stato di povertà questo strumento ad oggi protegge dalla povertà l’81% dei nuclei composti da una sola persona ma solo il 36% di quelli che hanno più componenti. Questo è un ossimoro da correggere, anche perché le famiglie numerose hanno spese che sono fino al 150% più alte rispetto ad un singolo”.
Oggi, a un percettore del RdC lavorare non conviene, scrive la Commissione, sottolineando che se il Reddito da lavoro di un beneficiario di RdC aumenta di 100 euro, l’ammontare della misura diminuisce di 80: il guadagno netto è solo di 20 euro. Si tratta, invece, diconsentire il cumulo tra il RdC e una percentuale significativa dell’eventuale nuovo Reddito da lavoro, al fine di renderne conveniente la ricerca. Condivide l’analisi?
“Qui dobbiamo focalizzarci su quello che è il nostro obiettivo. Sicuramente per i percettori che possono essere reinseriti nel mercato del lavoro è quello di trovare un impiego con un salario congruo il più in fretta possibile. La norma del Reddito di cittadinanza ha da sempre previsto un calo del sussidio legato al riconteggio dell’ISee dei percettori che trovano lavoro. La bozza della Legge di Bilancio, nel modificare la norma, non indica soglie massime per le offerte lavorative ma solo una soglia minima di congruità. Quindi dovremmo realmente analizzare le singole offerte di lavoro per valutare effettivamente gli effetti che produrranno”.
La Commissione propone di considerare “offerta congrua” di lavoro anche contratti a termine di durata inferiore a tre mesi, almeno temporaneamente e purché non inferiori a un mese, per “incoraggiare persone molto spesso distanti dal mercato del lavoro ad entrarvi e fare esperienza”. Cosa ne pensa?
“Sin dal Decreto Dignità abbiamo sempre lottato contro la precarietà del lavoro. In questo caso una cosa è accettare contratti a tempo determinato ma con un orizzonte temporale di sei mesi o un anno, un’altra è accettare lavori che termineranno prima del volgere di una stagione. Sinceramente chi accetterebbe un lavoro oggi con la certezza di non mangiare neanche il panettone?!”.