Tanto tuonò che piovve. E alla fine il salvataggio dell’Inpgi è arrivato con la Legge di Bilancio varata ieri dal Governo (leggi l’articolo – qui la sintesi) che sancisce l’inevitabile passaggio – visto lo stato dei conti – dell’Istituto di previdenza dei giornalisti all’Inps dal 1° luglio 2022. Soluzione già prospettata, peraltro, nei mesi scorsi proprio dal presidente dell’Inps, Pasquale Tridico (nella foto).
COSA CAMBIA. La novità, che da una parte mette al sicuro gli assegni pensionistici presenti e futuri dei cronisti dipendenti, rappresenta dall’altra anche un precedente: un istituto previdenziale autonomo assorbito dall’Inps per legge apre la strada – in astratto – ad analoghe future operazioni con le casse autonome di altri ordini professionali. Ma cosa prevede nel dettaglio la norma contenuta nella Manovra?
Il passaggio all’Inpgi interessa unicamente i giornalisti in regime di lavoro autonomo. “Non cambia nulla infatti per quelli autonomi”, precisa il presidente dell’Inpgi Marina Macelloni. E se l’Istituto, alla fine, non è stato commissariato, viene d’altra parte ridimensionato a “Cassa privata per i lavoratori autonomi”. Quanto ai giornalisti dipendenti, fino al 30 giugno 2022 gli importi maturati seguiranno i criteri Inpgi: sistema retributivo fino al 2017, poi oltre quella data quello contributivo.
Dal luglio 2022 in poi, gli importi di pensione che verranno maturati verranno calcolati invece secondo le regole dell’Inps. Con una sola eccezione per coloro che hanno versato contributi per la prima volta prima del 1996: a loro non si applicherà il massimale contributivo che viene ora applicato dall’Inps a tutti i redditi superiori ai 100 mila euro.