Malgrado Enrico Letta sostenga che non è il momento di aprire la partita per il Quirinale (leggi l’articolo), la politica già scalda i motori. Tra liti, scissioni e toto nomi, è chiaro come – in realtà – l’argomento sia già al centro delle trame che i partiti stanno cercando di tessere. Non fa eccezione il Pd che a dispetto di quanto sostenga il suo stesso segretario è a caccia di alleati nella speranza di creare una larghissima coalizione che vada da M5S fino a Forza Italia.
Lo ha detto chiaro e tondo il ministro dem del Lavoro, Andrea Orlando secondo cui: “Dobbiamo provare a dare qualche occasione di sganciamento alle forze liberali che sono nel centrodestra, anche in vista dell’appuntamento per l’elezione del Presidente della Repubblica”. Il riferimento è a quanti sono in forte difficoltà con le posizioni sovraniste e antieuropeiste di Lega e Fratelli d’Italia. Quel che è chiaro è che il Pd, forte del suo 12%, non può fare a meno del Movimento.
Lo sa bene Letta che continua, quasi quotidianamente, a incontrarsi con Giuseppe Conte e che, durante un pranzo in un noto ristorante di Roma, avrebbero discusso dell’ipotesi – su cui ci sarebbe stato scetticismo da parte del leader di M5S – di Paolo Gentiloni al Quirinale. Nel frattempo il centrodestra non resta a guardare tanto che un giorno propone Mario Draghi e l’altro Silvio Berlusconi.
In questo caos a tenere la barra dritta sono ancora una volta i 5 Stelle con il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Luigi Di Maio che ieri, a Otto e mezzo su La7 (qui per rivederlo), ha sottolineato la necessità di trovare “una guida solida e non una crisi politica”. Il pentastellato ha poi criticato chi sta giocando al toto nomi per il futuro capo dello Stato in quanto sta “facendo perdere i migliori”.
Senza peli sulla lingua Di Maio, rispondendo a una domanda su un eventuale bis di Mattarella, ha precisato che “per rispetto nei suoi confronti non bisogna tirarlo per la giacca” visto che ha già detto di no a tale eventualità.