Le nomine hanno rispettato le aspettative. Sono Paola Taverna, Alessandra Todde, Mario Turco, Riccardo Ricciardi e Michele Gubitosa i cinque vice presidenti del M5S scelti da Giuseppe Conte. Sono nomi di peso e che rispondono pienamente a quello che si attendeva. Imprescindibile la nomina di Turco, pedina determinante per Conte a cui probabilmente verrà affidata la gestione della scuola di formazione (vero punto nodale del Movimento del futuro). Ruolo chiave sarà svolto anche da Paola Taverna, vicepresidente vicario di Conte.
La scelta – rivelano fonti vicine all’ex premier è caduta sulla senatrice perché più di chiunque altro può simboleggiare l’unione delle due anime del Movimento: quella legata ai principi originari e quella però disposta a rinnovare e rinnovarsi. Spazio poi alla Todde, figura autorevole e che ha saputo conquistare sempre maggiore spazio fino al punto da diventare una donna imprescindibile nel Movimento e da essere nominata sottosegretaria nell’esecutivo Draghi. Infine, due volti “nuovi” che hanno saputo destreggiarsi e ritagliarsi il loro spazio d’autonomia. Parliamo cioè di Michele Gubitosa e Riccardo Ricciardi, deputati che godono di massima stima e fiducia da parte dello stesso Conte.
SITUAZIONE POCO CHIARA. Ma c’è anche un altro aspetto a incuriosire: per i giornaloni Conte avrebbe estromesso Chiara Appendino. Ennesima falsità. Secondo quanto risulta al nostro giornale, infatti, Conte avrebbe volentieri affidato la carica all’ormai ex sindaca di Torino. È stata invece la Appendino, che peraltro è in dolce attesa, a decidere di prendersi una pausa dall’attività politica. Con una certezza, tuttavia: proprio per la stima che le riserva Conte (e non solo lui) è facile immaginare che ben presto la ritroveremo con un ruolo importante all’interno del M5S.
L’ANALISI. Nel corso dell’assemblea congiunta (qui il video dell’intervento di Conte), però, si è parlato anche di altro. Aprendo le danze, il presidente M5s ha lungamente analizzato il risultato delle Comunali e non ha esitato a definirlo “nel complesso deludente”: “Non possiamo assolverci, dobbiamo incassare questa lezione e decidere che vogliamo fare”, ha detto. Parole che, secondo molti, sono arrivate con colpevole ritardo considerando che già lunedì sera tutte le analisi di commentatori, politici, osservatori erano state fatte.
Quel che sembra ad alcuni, infatti, è che Conte ancora non sia entrato nel vivo del suo ruolo, con tutte le conseguenze del caso. A cominciare dal fatto che ancora non governa totalmente gli stessi gruppi parlamentari. È cosa nota che Conte avrebbe voluto sostituire Davide Crippa alla guida del gruppo parlamentare pentastellato preferendo un profilo più vicino alla nuova “idea” di Movimento. Alla fine, però, Crippa è stato confermato per volere della maggioranza dello stesso gruppo.
E invece – secondo quanto risulta a La Notizia – a rischiare potrebbe essere il capogruppo del Senato, Ettore Licheri, fedelissimo di Conte. A Licheri i colleghi – la maggioranza? – rimproverano di non aver saputo cementare il gruppo ed evitare le troppe fuoriuscite di peso negli ultimi mesi. Ma gli contestano anche l’eccessivo appiattimento sulle posizioni del Pd. Una critica che suona già come campanello d’allarme per Conte. Soprattutto se dovessero riuscire ad imporre un nome alternativo a quello di Licheri: in pole c’è la senatrice Maria Domenica Castellone.