L’ex senatore Denis Verdini (nella foto) è indagato dalla Procura di Perugia nell’ambito dell’indagine sulla presunta loggia segreta Ungheria (leggi l’articolo). Verdini, secondo quanto riferiscono Il Fatto Quotidiano e l’Ansa, è accusato di violazione della legge Anselmi sulle associazioni segrete. L’ex senatore di Forza Italia e poi di Ala, sempre secondo quanto si è appreso, sarà sentito dai pm del capoluogo umbro nei prossimi giorni.
L’indagine, avviata dalla Procura guidata da Raffaele Cantone, sarebbe nata in seguito alle dichiarazioni dell’avvocato Piero Amara (leggi l’articolo) e Verdini non sarebbe l’unico indagato a cui è contestata la violazione della legge Anselmi. Nell’ambito della stessa inchiesta, oltre l’avvocato Amara, risultavano già indagati il suo ex collaboratore, Alessandro Ferraro e e il suo ex socio, Giuseppe Calafiore.
Il fascicolo è nato da un verbale dove l’ex legale esterno dell’Eni raccontava dell’esistenza della presunta loggia capace di condizionare la magistratura e altri settori dello Stato. I primi riferimenti alla loggia Ungheria risalgono al 2019 quando ai pm di Milano Amara parlò di una lista di “40 nomi” appartenenti alla presunta organizzazione segreta. Rivelazioni che il pm milanese Paolo Storari intese verificare, sollecitando al procuratore capo di Milano Francesco Greco l’apertura di un fascicolo che, però, sarebbe arrivata con mesi di ritardo (leggi l’articolo) tanto da convincerlo, per “autotutelarsi”, a girare i verbali all’ex consigliere del Csm Piercamillo Davigo. Pagine su pagine che poi sono finite nelle mani dei quotidiani e dalle quali prendono il via diverse indagini, tra cui quella della Procura di Perugia, che ora vede sotto inchiesta anche Verdini.
“Calafiore mi disse che Capristo era molto interessato al posto di Procuratore generale a Firenze” dove “Verdini aveva un problema processuale”, ha detto ai pm il magistrato Giancarlo Longo (leggi l’articolo) e gli avrebbe detto che “in cambio della sua nomina lì, si sarebbe occupato dei problemi di Verdini”. Una conoscenza che è stata documentata anche da alcuni scambi su Whatsapp tra lo stesso Amara e l’ex senatore di Ala dove il primo, in più occasioni, lo contattava per organizzare un incontro senza riuscirci. Ma la situazione si sblocca il 18 luglio 2016 quando è Verdini a contattare Amara per una cena con quest’ultimo che gli risponde: “Ciao Denis, mercoledì ho una cena con Capristo. Possiamo a pranzo?”.
Un incontro che, scrive il gip, “viene concordato per il mercoledì successivo”. Interesse verso Verdini che per i pm serviva ad Amara per avvicinare Cosimo Maria Ferri. Per Calafiore i riferimenti di Amara al Csm erano “Luca Palamara e Ferri” aggiungendo che “con Ferri parlava direttamente e Ferri andava nell’anticamera di Verdini e lo incontrava là”.