Urne aperte fino alle 15 per i ballottaggi in 65 comuni. Crolla l’affluenza: -6% rispetto al primo turno. Occhi puntati su Roma, Torino e Trieste

Elezioni in 65 comuni, dieci sono capoluoghi tra cui Roma, Torino e Trieste. Ieri alle 23 avevano votato il 33,32% degli aventi diritto.

Urne aperte fino alle 15 per i ballottaggi in 65 comuni. Crolla l’affluenza: -6% rispetto al primo turno. Occhi puntati su Roma, Torino e Trieste

Urne aperte per i ballottaggi. Si vota anche oggi fino alle 15 (qui per seguire lo spoglio). Da decidere il futuro di 65 comuni (leggi l’articolo), dove gli elettori – 5 milioni quelli chiamati al voto – dovranno scegliere i sindaci delle loro città nella sfida a due dei ballottaggi. Si vota in dieci capoluoghi tra cui Roma, Torino e Trieste. Le altre sette città capoluogo coinvolte in questo appuntamento elettorale sono Varese, Savona, Latina, Benevento, Caserta, Isernia e Cosenza.

I comuni che vanno al voto per il ballottaggio sono distribuiti in 15 regioni a statuto ordinario, oltre al Friuli Venezia Giulia. Affluenza in forte calo, ieri alle 23 avevano votato il 33,32% degli aventi diritto, il 6% in meno rispetto al primo turno. A Roma si è recato alle urne il 30,9% degli aventi diritto, -6 punti rispetto al primo turno (36,8); a Torino il 32,6%, -4 punti (36,5%); a Trieste il 31%, quasi -3 punti (33,8%%).

Il Pd tenta la doppietta. Con Roma e Torino il cappotto è servito. Domani e lunedì si torna alle urne. In 65 Comuni si vota per i ballottaggi.

Sono 65 i comuni d’Italia interessati al turno di ballottaggio ma gli occhi, inevitabilmente sono tutti puntati su Roma, Torino e, in misura minore su Varese e Trieste. Non a caso il segretario dem Enrico Letta, che ieri era nel capoluogo piemontese con il suo candidato Stefano Lo Russo per la chiusura della campagna elettorale, ha commentato che se il centrosinistra dovesse vincere anche nella Capitale e sotto la Mole sarebbe “un trionfo”.

Dopo aver portato a casa al primo turno Milano, Bologna e Napoli, effettivamente lo sarebbe. Quello nella Capitale sarà inoltre un test per verificare anche se e quanti elettori 5Stelle convergano effettivamente sul candidato del Pd Roberto Gualtieri (nella foto) che, dopo aver incassato gli endorsement personali del leader del Movimento Giuseppe Conte (e di Calenda) ma non della sindaca uscente Virginia Raggi, ha portato sul palco di piazza del Popolo dove tenuto il comizio finale, Gaetano Manfredi, neo sindaco di sindaco di Napoli, simbolo della riuscita dell’asse giallorosso.

Sul fronte opposto, il centrodestra è proprio nella Città Eterna che cerca la riscossa e ieri a Campo de’ Fiori, per la chiusura di Enrico Michetti si è schierato al gran completo: sul palco oltre al candidato si sono alternati Simonetta Matone – designata “pro sindaca” in caso di vittoria – la leader di FdI Giorgia Meloni e il leader di Rinascimento Vittorio Sgarbi. Si sono invece collegati da remoto Silvio Berlusconi e Guido Bertolaso, commissario in pectore all’emergenza Rifiuti e al Giubileo del 2025. In collegamento anche il segretario della Lega Matteo Salvini che ha scelto il nord: Torino e Varese per il comizio finale del suo candidato a sindaco Matteo Bianchi che domani e lunedì dovrà affrontare nelle urne il primo cittadino uscente Davide Galimberti, candidato dal centrosinistra in vantaggio al primo turno con il 48%.

Una battaglia fondamentale, quella di Varese, per il Carroccio, che dopo aver fallito miseramente a Milano – città natale di Salvini – deve sperare di non replicare il flop proprio nella terra nella quale la Lega è stata fondata, che ha dato i natali a Umberto Bossi, all’attuale governatore lombardo Attilio Fontana e al suo predecessore Roberto Maroni, nonché ai ministri di punta della squadra leghista del governo Draghi, Garavaglia e Giorgetti.

Quest’ultimo, in particolare, si è molto speso pure per il candidato civico appoggiato dal centrodestra a Torino Paolo Damilano: a sostenerlo sono arrivati ieri sia Antonio Tajani che Salvini. “A Torino non abbiamo mai vinto in 70 anni, essere qui a giocarci la partita è già motivo di orgoglio ma io conto nella vittoria”, ha affermato ottimista il leader della Lega, ma al primo turno il candidato del centrosinistra aveva ottenuto, un po’ a sorpresa rispetto alle previsioni della vigilia, il 43,9% rispetto al 38,9% di Damilano. Nessun apparentamento per entrambi in vista del ballottaggio.