Togliere il Reddito di cittadinanza oggi scatenerebbe “una vera rivoluzione” con milioni di poveri che sarebbero in un rancore totale e totalmente giustificato (leggi l’articolo). Parola del sociologo Domenico De Masi.
Lega, Forza Italia e Italia viva hanno tentato di bloccare il rifinanziamento del Reddito di cittadinanza nel corso del Consiglio dei ministri. Come valuta questi assalti alla misura che ha fatto da argine alla povertà anche di fronte all’emergenza della pandemia?
“Una premessa: posso pure capire che questi assalti arrivino dalla Lega anche se il partito di Matteo Salvini era al governo – col Conte I – quando il Reddito di cittadinanza è stato varato. Ma quello che mi scandalizza fortemente è la battaglia che sta facendo Matteo Renzi che si dice di sinistra e che è al governo col Pd. è un’operazione indecente”.
La guerra al Reddito di cittadinanza cade anche in un periodo di grande conflittualità sociale.
“Il Reddito di cittadinanza è percepito ora da tre milioni e 700mila poveri, molti dei quali sono bambini, anziani, pensionati o disabili. La maggioranza di quelli che prendono il Reddito anche se ci fosse il lavoro non potrebbe lavorare perché non è in grado di farlo. Una persona che è povera perché non è in grado di lavorare, perché bambino, vecchio o disabile, senza un sussidio come potrebbe campare? Negare il diritto al sussidio a queste persone è veramente scandaloso. Doppiamente scandaloso in un momento in cui ci sono le aziende che chiudono con i licenziamenti che seguono, e mentre si scontano gli effetti di 19 mesi di Covid. Come si può ora togliere il Reddito? Significherebbe inoltre scatenare 5 milioni di poveri in mezzo alla strada che sarebbero in un rancore totale e totalmente giustificato. Ci sarebbe una rivoluzione. Le proposte contro il Reddito di cittadinanza arrivano – questa è la verità – da persone socialmente opache, incapaci di capire il momento e di capire la disperazione che c’è adesso. Rivelano un livello inaudito di incoscienza civile”.
Si parla di migliorare la misura modificando le politiche attive.
“I problemi per quel che riguarda le Politiche attive sono i tempi. E ancora: le politiche attive fanno avere il lavoro a chi non ce l’ha ma qui stiamo parlando di 3,7 milioni di persone – o perlomeno la maggioranza di loro – che anche se ce l’avessero non potrebbero lavorare. Le Politiche attive danno i loro effetti dopo mesi, a volte dopo anni. Le persone di cui parliamo, il povero assoluto, non può aspettare neanche una settimana. Non sa se la sera potrà mangiare. Alcuni di questi poveri, peraltro, il lavoro ce l’hanno ma è pagato talmente male che è al di sotto dei 500 euro al mese. Quindi ci troviamo di fronte a due tipologie di poveri: persone che non hanno il lavoro perché non possono lavorare o che hanno un lavoro pagato talmente male che non ce la fanno. Per loro che Politiche attive si devono fare? Che c’entrano le Politiche attive con la povertà? C’è una gran confusione, frutto di cinismo e ignoranza, di due fenomeni che non c’entrano nulla tra loro”.
Allora a chi si indirizzano le politiche attive?
“Ai disoccupati ma su 5 milioni di poveri i disoccupati sono meno di un milione. Qui stiamo parlando di 4 milioni che non hanno il problema del lavoro ma della sopravvivenza”.
Che fine farà il Reddito di cittadinanza: ce la farà il M5S a difenderlo?
“Il Reddito di cittadinanza resterà per un fatto semplicissimo: perché abbiamo come primo ministro un liberale che dovrebbe essere contrarissimo ma siccome è una persona intelligente Mario Draghi ha detto che non si tocca. Sa che ci sarebbe una rivolta”.
Salario minimo: si farà mai?
“Siamo l’unico paese Ocse che non ce l’ha. E questo perché i sindacati e Confindustria hanno fatto un accordo vergognoso. Pensano entrambi che il salario minimo vada contrattato categoria per categoria, contratto nazionale per contratto nazionale. Ma i contratti sono circa 900 come si fa? è operazione impossibile. Dire che lo devono fare i sindacati significa che non si farà come non si è fatto finora. Hanno avuto 70 anni di tempo per farlo. L’accordo tra imprese e sindacati è vergognoso perché è una vergogna che ci sia concordanza di intenti proprio sul salario minimo quando sappiamo che ci sono persone che prendono 4 euro all’ora. E si sa dove sono, quanti sono. Ci sono indagini, denunce di ogni sorta su questo”.