La Rai torna di attualità: il nuovo Ad Carlo Fuortes e la nuova presidente Marinella Soldi, appena arrivati, dovranno dimostrare di avere in qualche modo segnato un cambiamento essendo loro, volenti o nolenti, espressione della nuova era del governo Draghi. L’avvio dei nuovi vertici è molto incentrato sulla razionalizzazione delle risorse, sui bilanci, sui tagli sistematici e sull’ottimizzazione del personale; insomma, la narrazione in questa prima fase è basata su una gestione economica virtuosa della Rai.
Sicuramente l’indicazione arriva dall’esecutivo, dal Ministero del Tesoro, che è espressione diretta del governo. Tuttavia, la tv di Stato rimane un’azienda, rispetto ad altri colossi, relativamente piccola che però ha un’unicità assoluta, quella di raccontare il Paese attraverso l’informazione, il varietà, di essere cioè la prima impresa culturale italiana. È ovvio che l’economia debba occupare un posto di peso, ma non può essere la peculiarità che caratterizza il corso di Draghi.
Proprio perché il premier ha sconvolto per certi versi l’agenda politica, ponendo al primo posto economia, salute e temi molto concreti, la sua nuova linea può essere uno strumento importante per trasmettere e veicolare questi contenuti in ogni angolo del Paese. E sicuramente la Rai può avere un ruolo determinante nella promozione ulteriore della campagna sui vaccini così come per sensibilizzare l’opinione pubblica su quali sono le emergenze italiane. In questo senso fa e ha fatto molto il Tg2 diretto da Gennaro Sangiuliano (nella foto).
In primis ha rispettato il suo ruolo di servizio pubblico non andando mai in vacanza e mantenendo attive gran parte delle sue rubriche, in particolare l’esperimento riuscito del Tg2 Post. Il format in onda dopo il tg delle 20.30 è stato una vetrina importante in un’estate dove i colpi di scena, le notizie e gli avvenimenti politici nazionali e internazionali non sono mancati, continuando a presidiare il settore dell’approfondimento come durante tutto il resto dell’anno.
In realtà il Tg2 è una macchina da guerra nonché un modo importante per parlare al Paese, dato che esprime un modo di fare informazione diverso, sempre istituzionale ma più attento alla diversificazione socio-territoriale. Produce infatti tantissimi contenuti a tutte le ore del giorno: il Tg2 Italia che alla mattina tratta tante sfaccettature dell’attualità, dall’ecologia, alla criminalità, ai giovani fino alle famiglie separate; poi le storiche rubriche Medicina 33, Eat Parade, Costume e Società, veri e propri trend setter del mondo lifestyle e della salute; senza dimenticare Sì Viaggiare, messa cantata sul turismo; o Dossier, uno dei più autorevoli appuntamenti della nostra tv per quanto riguarda reportage e inchieste.
Come dicevamo, la migliore scommessa vinta dal direttore Sangiuliano è sicuramente il Tg2 Post, condotto brillantemente da Manuela Moreno e che, durante l’estate, con Luca Salerno al timone, ha avuto picchi d’ascolto dell’8% con i focus sull’Afghanistan, arrivando al 12,2% grazie agli ori olimpici. Secondo i dati di OmnicomMediaGroup, il talk attualmente sta tenendo le stesse medie della scorsa stagione, sfiorando il milione di telespettatori e superando comodamente il 4% di share: vista la presenza nella stessa fascia di portaerei come Striscia e i Soliti ignoti, sono cifre ragguardevoli che gli permettono di rivaleggiare con i competitor nonostante la durata più breve.
L’audience è suddivisa al 50% tra maschi e femmine ma si distingue per l’ottimo share nella fascia d’età giovane 20/24 anni, dove ottiene il 4,2%, e soprattutto per il target laureati, con un altisonante 5,6%. A livello territoriale i gradimenti sono distribuiti equamente in tutta la Penisola, con picchi in Sardegna e Basilicata (entrambe al 5,8% di share) e minimi in Molise (2,9%) e Valle d’Aosta (1,8%).