Arrivati al giorno della verità sul Green Pass nei luoghi di lavoro (leggi l’articolo), oggi vedremo se una minoranza di portuali, trasportatori e No vax è in grado di tenere in scacco il Paese. Difficilmente ci riusciranno, perché la maggioranza assoluta degli italiani ringrazia il Cielo per i vaccini, mentre tra gli stessi manifestanti si è consapevoli dell’assurdità di una protesta contro l’uscita più in fretta possibile dalla pandemia.
Ciò nonostante sappiano bene il danno che frange anche piccolissime di lavoratori possono infliggere alla collettività. Basti pensare alle stagioni degli scioperi selvaggi nei trasporti. La dittatura delle minoranze di fronte alla quale sono schierati due fronti: da un lato quello della fermezza, convinto che l’obbligo del certificato verde ci porterà più velocemente verso quel 90% di vaccinati e dunque l’immunità di collettività, e dall’altro i sindacati e la destra dialogante con i No Pass, a cui si è aggiunto in zona cesarini Beppe Grillo, favorevole a far pagare allo Stato i tamponi di chi non è vaccinato (leggi l’articolo).
A sostegno delle due posizioni ci sono ragioni comprensibili da una parte e dall’altra, ma cambiare le carte in tavola a questo punto significherebbe perdere l’occasione di dare una fortissima botta al virus, come quasi nessun’altra nazione al mondo è in grado di fare, con la possibilità di tirarci fuori da quest’incubo prima di tutti gli altri e dare un’ulteriore spinta alla nostra economia. Un obiettivo che il premier Draghi ha sbagliato a non comunicare a sufficienza, spiegando i benefici che anche tanti critici avrebbero compreso. E probabilmente condiviso.