È gara tra i partiti a chi si intesta la paternità dell’allargamento delle maglie – rispetto al parere fornito dal Cts – sulle percentuali massime di presenza all’interno delle strutture, da quelle sportive a quelle di carattere culturale, decise giovedì dal Governo. A partire dalla Lega. Che però ha poco da esultare dal momento che “l’allargamento” in questione è stato reso possibile dal Green Pass contro cui Matteo Salvini si è sempre fieramente scagliato.
“Grande soddisfazione per il decreto del governo sulle riaperture, che ha il marchio di Forza Italia, calibrando insieme la necessaria prudenza anti Covid e le sacrosante istanze delle categorie più penalizzate”, dichiara la presidente dei senatori azzurri, Anna Maria Bernini. Esulta il Partito democratico. Con le nuove norme ha vinto il buon senso, dice il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti. “Sono state accolte le nostre richieste”, commenta con entusiasmo il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini.
Idem il M5S. “Tanto il presidente Giuseppe Conte, quanto il sottosegretario Pierpaolo Sileri, da settimane avevano messo in atto un forcing per dare voce ai proprietari dei locali notturni. Alle riaperture di quest’ultimi si accompagna un ritorno praticamente alla normalità anche per cinema e teatri, sul quale ci siamo fortemente spesi”, dichiara il senatore del M5S, Marco Croatti. “La cultura è patrimonio dell’Italia e di ciascuno di noi. Per questo è una bellissima notizia la riapertura al 100% di teatri, cinema, musei per cui Italia Viva si è battuta moltissimo in queste settimane”, commenta il renziano Luciano Nobili.
Ma più di tutti pare entusiasmarsi il partito di Salvini. “Grazie alla Lega al governo, nessuna tassa in più per gli italiani e aumento del 50% della capienza delle discoteche. Avanti con il buonsenso per favorire riaperture, lavoro e salute”, sentenzia il vicesegretario Andrea Crippa. Ma l’esultanza della Lega appare, appunto, quanto mai “impropria”. Le disposizioni del decreto sulle riaperture e sulle capienze massime consentite nei luoghi culturali e nelle sale da ballo si accompagnano all’obbligatorietà del Green Pass. Vale a dire quel certificato verde contro cui si era opposta, in precedenza, la Lega. E a cui ora, con un tantino di faccia tosta, si aggrappa il partito di via Bellerio per dire che probabilmente si poteva fare di più.
“Forse si poteva osare di più, anche perché gli ingressi saranno possibili soltanto mediante Green Pass, quindi in situazione di sicurezza”, commenta l’europarlamentare leghista Susanna Ceccardi. E sembra alludere maliziosamente all’esultanza inopportuna del Capitano il leader M5S. “Bene i provvedimenti che consentono le riaperture, come chiedevamo da tempo. Qualche cautela maggiore per discoteche e sale da ballo dove c’è un atteggiamento dinamico dei clienti”, ha detto Conte. E poi la puntura di spillo: “L’unica cosa che non capisco è la gioia di alcune forze politiche che sono sempre state diffidenti e contrarie al Green Pass ed oggi quindi entrano in contraddizione. In realtà il Green Pass è lo strumento delle ripartenze”.
Le ultime scelte del Governo, spiega il ministro della Salute Roberto Speranza, sono possibili “prima di tutto grazie ai vaccini e ai comportamenti corretti delle persone”. E con un ragionamento sulle sale da ballo ribadisce lo stesso concetto il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa: “Il 50% di capienza per le discoteche permette finalmente al settore di iniziare un percorso di graduale ritorno alla normalità”. E questo è un risultato che “si deve ai 43 milioni di cittadini che si sono vaccinati”.