Tutto come da pronostico. Se qualcuno si aspettava il colpo di scena alle comunali di Bologna, è destinato a restare deluso perché il candidato supportato dall’intero centrosinistra, Matteo Lepore (nella foto), conquista la vittoria già al primo turno stracciando lo sfidante del centrodestra, Fabio Battistini. Un’affermazione netta che ha visto Lepore imporsi con il 61,90% dei voti (qui i dati definitivi) sul candidato di Matteo Salvini e Giorgia Meloni fermo al 29,64%.
Un distacco abissale, di oltre 30 punti, che non è mai stato in discussione come si poteva leggere nei sondaggi che hanno accompagnato l’intera campagna elettorale o tastando il sentimento dei cittadini della città dei Portici. Risultati per i quali, in serata, Battistini ha parlato di “una vittoria netta” da parte di Lepore, conquistata “più per inerzia che non per attrazione” con “il modello del centrosinistra, il cosiddetto laboratorio di Bologna, che, stante il basso numero dei votanti, non ha convinto se non la metà dei cittadini”, di fatto decretando la vittoria del “partito della stagnazione” e del mancato cambiamento.
GRANDE DISAFFEZIONE. Una tornata elettorale che, però, ha mostrato anche un forte segno di disaffezione verso la politica tanto che, dati alla mano, l’affluenza alle urne nel capoluogo è stata del 51.16% degli aventi diritto, ossia molto lontano da quel 60% realizzato nel 2016. Stando ai dati al momento disponibili, a Bologna il Partito democratico si è imposto come il primo partito, registrando il 36,5% dei consensi, mentre Fratelli d’Italia, con il 12,6%, si classifica al secondo posto.
Guardando alla coalizione di centrosinistra, composta da ben sette simboli, il Movimento 5 Stelle tocca quota 3,37%, Europa Verde il 2,81% mentre le tre liste civiche, tra cui quella renziana “Anche tu Conti”, hanno conquistato il 5,7% e il 7,3% delle preferenze. Nel centrodestra la Lega si ferma a un risultato fiacco e ben al di sotto delle aspettative, con il 7,74% delle preferenze, mentre Forza Italia arriva appena al 3,79%.
UNITI SI VINCE. Sin dalla chiusura delle votazioni, a Bologna i giochi sono apparsi subito chiusi. Già nel pomeriggio, il segretario del Pd bolognese, Luigi Tosiani, ha esultato dal comitato elettorale di Lepore spiegando che “si delinea una vittoria netta che dà forza al progetto del centrosinistra bolognese e premia la proposta messa in campo per la città da Matteo Lepore”. Un successo “straordinario” che tra l’altro, secondo Tosiani, dimostra come “un centrosinistra unito può guardare alle politiche del 2023 con più fiducia”.
Già perché nella città dei portici si è affermato un modello di centrosinistra allargato, una sorta di Ulivo 2.0 che va dal Pd a M5S e fino a Italia Viva, capace di vincere e – soprattutto – convincere. A dirlo è sempre Tosiani secondo cui quella delle elezioni politiche del 2023 “è una sfida che si può vincere, anche con il nostro mattoncino” che consiste nell’aver “costruito qui la coalizione più larga d’Italia”, facendo nascere “un nuovo Ulivo”.
Che non ci fosse partita era chiaro anche alla coalizione dello sfidante che nelle settimane precedenti al voto più che sogni di gloria, inseguiva il ballottaggio per poi provare a giocarsela. Ad ammetterlo è Marco Lisei, capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione, che ai microfoni di E’tv ha affermato che “per il centrodestra era una partita difficile fin da subito” e “Battistini è stato un ottimo candidato, che ha fatto quello che poteva nel tempo concesso ma ha pagato lo scotto anche di una scelta tardiva da parte del centrodestra”.