di Alessandra Fassari
Fanno finta di farsi concorrenza, ma poi con i clienti non abituati a contrattare le banche riescono a tenere il prezzo dei loro servizi troppo alto. E dire che secondo l’Antitrust ci sarebbe in media la possibilità di risparmiare fino a 180 euro sul costo dei conti correnti. Uno spreco per i consumatori, ma anche un esito quasi obbligato vista la riduzione dell’offerta bancaria registrata negli ultimi anni (numerose le operazioni di concentrazione che hanno coinvolto diversi istituti di credito). La quantità di risparmio possibile passando da un conto all’altro dimostra però che ci sono ancora spazi per ridurre i costi dei conti correnti. Si tratta tuttavia di spazi che i risparmiatori non riescono a sfruttare, perché privi delle informazioni necessarie che vanno invece rese disponibili da parte delle banche, anche introducendo vincoli normativi e regolatori. Occorre intervenire, secondo l’Antitrust, anche sulle lentezze nella chiusura di un conto per aprirne un altro: per quanto i tempi si siano ridotti, è sufficiente avere una carta di credito o la Viacard per vederli dilatare anche fino a 37 giorni. Vanno infine scissi i legami tra conti correnti e altri prodotti.
Più attenti ai giovani
A giudizio dell’Antitrust, una sostanziale riduzione dei prezzi mediani, relativamente ai conti allo sportello, si è verificata esclusivamente per i giovani (-19%) mentre una discesa meno rilevante si è registrata per le famiglie e i pensionati con operatività minore, rispettivamente -2,8% -3,6%). Anche per le restanti tipologie di consumatori i prezzi mediani risultano invariati, infatti gli scostamenti rispetto al 2007 sono inferiori all’1%. Al contrario i costi salgono, soprattutto per alcuni profili, nelle banche di maggiori dimensioni, dove si concentra il 70% dei conti correnti. I prezzi di tenuta e movimentazione di un conto sono compresi, a seconda del suo utilizzo (quindi in funzione del profilo di correntista) tra un minimo di 53 ad un massimo di 111 euro
Meglio i conti online
L’indagine conferma poi la convenienza (-30%) dei conti online rispetto a quelli tradizionali in termini assoluti con punte che superano il 40% per i giovani, e le famiglie e i pensionati con operatività bancaria maggiore.
Il tasso di mobilità dei correntisti, che rappresenta l’incidenza dei conti correnti accesi ed estinti sul totale, risulta compreso tra il 10% e il 12%, in linea con i risultati disponibili a livello europeo, e sostanzialmente stabile nel corso degli anni. Ne deriva un elevato grado di dispersione dei prezzi: per i conti allo sportello, la differenza tra il prezzo massimo e minimo è almeno pari a 100 euro ma può anche superare i 150 euro, fino ad arrivare a 180 euro, a secondo del profilo del correntista. Nonostante queste differenze, la fidelizzazione della clientela resta molto elevato ed è bassa la tendenza a rinegoziare le condizioni anche all’interno della stessa banca. Secondo l’Antitrust gli istituti dovrebbero dunque migliorare la trasparenza delle informazioni e ripensare in particolare la comunicazione dell’Isc (Indicatore sintetico di costo). Le banche dovrebbero inoltre essere obbligate a comunicare almeno annualmente i nuovi conti disponibili e infine consentire il lavoro di uno o più motori di ricerca indipendenti che consentano il confronto tra conti diversi.