La nuova stagione televisiva è iniziata e, puntualmente, è ripartito anche Piazzapulita, condotto da Corrado Formigli il giovedì sera su La7. Al di là del titolo – criticato in passato anche da big come Giuliano Ferrara, in quanto giudicato poco garantista – Piazzapulita si conferma un momento di informazione di alta qualità.
Formigli, oltre a essere un ottimo conduttore, è prima di tutto un giornalista dal curriculum di assoluto spessore. Cresciuto alla scuola di Michele Santoro, lo ricordiamo fin dai tempi di Samarcanda per alcuni suoi memorabili servizi sui temi più disparati: mafia, criminalità organizzata, Guerra del Golfo, l’elenco sarebbe infinito. Insomma, un inviato in prima linea che, negli anni, ha saputo costruirsi una propria identità assolutamente autonoma e indipendente da quella del “maestro” Santoro.
Formigli è stato bravo a intraprendere un percorso che da una parte ha valorizzato l’aspetto più classico dei talk-show invitando ospiti di livello, dall’altra ha inframezzato il dibattito in studio con inchieste giornalistiche molto coraggiose, che non tutti gli editori avrebbero trasmesso in prime time. Solo per citarne due, fecero abbastanza scalpore l’inchiesta sul mercato parallelo dei vaccini che portò a uno scontro col governatore del Veneto Zaia, oppure quella sul presunto sfruttamento degli operai nel distretto produttivo di Prato.
Recentemente la trasmissione si è occupata dei licenziamenti messi in atto dall’azienda Gkn di Campi Bisenzio, licenziamenti poi bloccati dal tribunale di Firenze. Ma ricordiamo anche che a Piazzapulita è avvenuta la prima apparizione televisiva di Piero Amara, l’avvocato che ha dato vita allo scandalo Loggia Ungheria, il quale, poco dopo essere stato intervistato in esclusiva da Formigli, è stato arrestato. Questo è stato un grande scoop del giornalismo televisivo, che verrà ricordato come un punto importante nella documentazione di questa sgradevole vicenda. E non dimentichiamo l’ampio spazio dedicato allo scontro interno alla magistratura, ospitando figure chiave come Piercamillo Davigo e Nicola Gratteri.
In tutto questo, l’abilità del conduttore è stata quella, per nulla scontata, di saper tradurre le scomode beghe dei magistrati in una logica televisiva. Spesso Formigli è stato accusato di essere di parte, di essere ideologico, ma nei suoi talk c’è spazio per tutti, anche per le opinioni che divergono dalla sua; ha avuto diversi scontri con alcuni dei suoi ospiti, ma sempre dovuti alla sua onestà intellettuale e mai fini a sé stessi, mai scaduti nella volgarità, al solo scopo di “acchiappare” audience.
La sua è una conduzione molto intellettuale, in alcuni momenti forse un po’ troppo autoreferenziale e votata al puro giornalismo, ma proprio questa sua impostazione gli ha permesso di conquistarsi nel tempo la fiducia sia del board di La7 sia del pubblico, che l’ha premiato grazie alla sempre alta qualità del suo programma. Infatti, secondo i dati forniti da OmnicomMediaGroup, Piazzapulita nella scorsa stagione ha mantenuto una media comodamente superiore al milione di spettatori col 5,4% di share, numeri confermati da questo inizio di stagione, a testimonianza di un pubblico ormai fidelizzato al format.
Gli uomini (5,9% di share) superano le donne (4,6%) ma ciò che spicca è il gradimento del target laureati, che si spinge fino al 10,1% di share, a conferma di quanto la proposta di Formigli sia alta e di spessore nei contenuti. In ambito territoriale, il programma risulta più forte al Centro-Nord, con picchi di share in Friuli V.G. (10,8%), Liguria (7,1%), Emilia Romagna (6,8%) e Lazio (6,4%); meno penetrante al Sud, dove Calabria (3,8%), Campania (3,3%) e Sicilia (3,3%) fanno registrare i gradimenti più bassi.