Onorevole Alessia Morani, dal modello Riace, esempio di accoglienza per la gestione dei migranti, a una condanna a oltre 13 anni di carcere per Mimmo Lucano (leggi l’articolo), il sindaco che creò quel modello, accusato di aver sfruttato in realtà gli sbarchi per compiere truffe e realizzare una vera e propria associazione per delinquere. A suo avviso cosa è accaduto realmente in Calabria?
Per consuetudine e correttezza istituzionale non commento mai le sentenze. Occorre almeno leggere prima le motivazioni. Mi pare però che la condanna raddoppi sostanzialmente quanto chiesto dal pm e questo è il primo interrogativo che mi pongo. Il secondo, venendo dalle Marche e avendo vissuto la vicenda Traini, che ricordiamo tutti è stato condannato a 12 anni, un anno in meno, per essere uscito da casa e aver sparato ferendo sei immigrati, mi pare che le due pene siano oggettivamente sproporzionate.
Passando dal fronte giudiziario a quello politico, continua a ritenere Riace un modello?
Continuo a ritenere un modello l’integrazione e non la ghettizzazione degli immigrati. Il fatto che siano inseriti in tutti i gangli della nostra società mi sembra qualcosa di assolutamente opportuno e anche utile. Dove vi sono ghettizzazioni ci sono poi la radicalizzazione delle posizioni, scontri, grandi problemi. Riace in questo senso credo sia un modello.
C’è un terzo fronte, quello umano. Cosa si sente di dire a Lucano?
Intanto è una sentenza di primo grado e credo che negli altri gradi di giudizio ci sia modo e tempo per far emergere la verità e dimostrare che Lucano non ha agito con fini delinquenziali, ma con la finalità del rispetto dei diritti delle persone e dell’integrazione. Esprimo poi a Lucano vicinanza e un abbraccio essendo una persona che in questi anni ha subito tanto proprio da un punto di vista umano.
Ritiene Lucano ancora una risorsa per il centrosinistra?
Penso che Lucano sia una risorsa per tutti per la sua umanità, perché è una persona che ha dedicato la propria vita a quello che è un modello per cambiare gli stereotipi e dimostrare che l’integrazione si può fare.
A suo avviso il centrosinistra ha commesso degli errori sul fronte dei migranti nel corso degli anni e cosa occorrerebbe fare nell’immediato e nel prossimo futuro?
Credo che l’errore del centrosinistra sia stato sottovalutare il grande disagio manifestato dalle persone dinanzi alle migrazioni più massicce. è oggettivo che negli anni più complicati ci fosse un problema sociale prima che legale poiché il fenomeno si è inserito nella fase più acuta della crisi economica post 2011. Arrivavano decine di migliaia di persone ogni mese ed era difficile gestirle. Probabilmente non eravamo pronti e dal punto di vista elettorale l’abbiamo pagata cara in termini di consenso. Ma dagli errori si può imparare e credo che ora serva una condivisione europea del problema che non c’è stata negli anni passati. L’Italia si è fatta carico di un momento drammatico nel Mediterraneo in solitudine, accompagnata soltanto da Grecia e Spagna. L’immigrazione non è una questione emergenziale ma strutturale e non può gestirla un solo Paese.
Un altro tema è quello della doppia morale della Lega. Da giorni Matteo Salvini è in forte difficoltà per l’indagine (leggi l’articolo) che ha coinvolto il suo guru dei social, Luca Morisi, e la condanna di Lucano gli ha dato la possibilità di distogliere l’attenzione e sparare sull’ex sindaco di Riace. Non c’è più l’ideatore della Bestia ma certi sistemi proseguono?
Penso che la condanna di Lucano sia l’occasione per dimostrare ancora una volta la poca credibilità che ha Salvini. Nei giorni scorsi si arrabattava a dire che è garantista ed ecco l’occasione per dimostrare che tutto quello che dice è la solita solfa, che va bene per i suoi amici ma non per gli avversari politici. Oramai credo che la gente si sia anche un po’ accorta che la mattina dice una cosa, la sera un’altra e il giorno dopo un’altra ancora. La politica è fondamentalmente serietà e credibilità e lui non ha nessuna delle due.