Un’amicizia di lunga data e una strettissima collaborazione sul piano lavorativo. Che il rapporto tra Luca Morisi e Matteo Salvini fosse quasi simbiotico è cosa nota da tempo e per questo quanto sta accadendo all’ex spin doctor del Capitano (leggi l’articolo) rischia di trasformarsi in una grana politica per il leader della Lega. Già perché su Salvini in queste ore si addensano nubi nerissime con molti che si chiedono, in modo più che legittimo, se qualcosa relativo all’indagine fosse arrivato alle orecchie degli interessati.
Un dubbio che trova la sua ragion d’essere nella curiosa coincidenza che soltanto venerdì, in modo inatteso, Morisi – ossia l’artefice di gran parte dei successi mediatici di Matteo – ha abbandonato la nave leghista negando attriti con il partito e adducendo le più classiche motivazioni familiari. Non meno importante è la domanda che molti si stanno facendo, ossia com’è possibile che Salvini sia rimasto all’oscuro dei problemi con la droga del suo fedelissimo.
Qui la vicenda appare surreale perché i due si conoscono da tempo ma soprattutto condividono quotidianamente gioie e dolori lavorative, come testimoniato dalle centinaia di foto pubbliche che li ritraggono insieme. Proprio per questo c’è chi ritiene che Salvini potrebbe aver avuto quantomeno il sospetto che qualcosa non andasse nel suo fedelissimo ma avrebbe preferito tacere. Si tratta di dubbi e perplessità, non di certezze, questo è certo ma non si può negare come le tribolazioni dell’ex spin doctor si stanno trasformando in un caso politico che potrebbe inguaiare Salvini.
IMPOSSIBILE SVICOLARE. Proprio per l’esistenza del legame inossidabile che univa i due – e probabilmente unisce tutt’ora – sembra altamente improbabile che il Capitano possa lavarsene le mani con la solita nonchalance sfoggiata quando, nel passato anche recente, qualche problema giudiziario ha colpito uomini del suo partito.
Questo perché Morisi non è uno dei tanti, tesi che magari poteva utilizzare con parlamentari o commercialisti finiti nei guai, ma è la persona con cui ha gestito la propria comunicazione, pianificato mosse e contromosse che, non più tardi di un anno fa, gli avevano permesso di diventare il leader più acclamato d’Italia con un’ascesa politica che sembrava letteralmente inarrestabile.