“Partiamo da Roberto Gualtieri (candidato del centrosinistra alle Comunali di Roma, ndr). Ha definito un errore inviare i consiglieri da un notaio per far decadere il sindaco. Ma il Pd ha ricandidato sia alle Regionali che alle Amministrative gli stessi che mi tradirono. Gli elettori dem hanno apprezzato le scelte che feci da primo cittadino: la chiusura della discarica di Malagrotta, la pedonalizzazione dei Fori e di Piazza di Spagna, la ripresa dei lavori e l’apertura della Metro C, la meritocrazia nelle scelte della classe dirigente. Invece la leadership del Pd non ha mai apprezzato la mia libertà’ intellettuale. Quanto a Raggi, il mio non è un endorsement. È quel sì al sì e no al no (tutto il resto appartiene al demonio) del Vangelo di Matteo”. Lo ha detto, in un’intervista a Repubblica, Ignazio Marino, ex sindaco di Roma. Dal Pd non ha ricevuto davvero nessuna scusa? “Solo un messaggio su Facebook da Enrico Rossi (allora governatore della Toscana, ndr) nel 2019. Scrisse che sbagliò ad approvare la decisione della segreteria del Pd. Peraltro, confermando che la decisione venne presa dalla segreteria…”.
L’ex sindaco Marino non dimentica il tradimento del Pd. Nessun endorsement per i candidati, neanche per il dem Gualtieri
Nessun endorsement per i candidati, tantomeno per il dem Gualtieri. E ancora attende le scuse del Partito democratico