Si definisce un “free vax”, Matteo Salvini, un disperato tentativo di tenere i piedi un due staffe, continuando a strizzare l’occhio a quanti nel suo partito (e nel suo elettorato) considerano le misure per il contenimento della pandemia adottate dall’esecutivo Draghi – e condivise dall’ala governativa del Carroccio – troppo restrittive. Vedi i vari Borghi, Bagnai, Siri, Pillon e quanti, fra le file dei leghisti, risultavano assenti ingiustificati martedì alla Camera nel giorno del voto della fiducia sull’estensione del Green Pass.
E stiamo parlando del 40%: 52 deputati su 132, non esattamente bazzecole, mentre sono stati 19 su 64 i senatori che non hanno preso parte al voto analogo a Palazzo Madama (fra cui lo stesso Salvini, impegnato in Calabria in manifestazioni elettorali). Le assenze, giustificate o meno, danno comunque plasticamente l’idea di quanto ormai il partito sia spaccato. Ma per il Capitano le divisioni si tramutano in “orgoglio”: “Mi rende orgoglioso – ha detto intervistato a La7 – il fatto che la Lega abbia al suo interno un dibattito, ne sono felice perché gli altri partiti per ipocrisia, per mantenere la poltrona stanno zitti: siamo un movimento libero”.
E già che c’era, ha pure offerto una sponda al candidato a sindaco di Milano per il centrodestra Luca Bernardo che non ha escluso l’eventualità di avere in giunta un assessore contrario ai vaccini. “Io sono per la libertà: non divido il mondo in bianchi e neri, milanisti e interisti, no vax e si vax. Ognuno della sua salute è libero di occuparsi come vuole, smettiamola con le tifoserie”, ha ribadito Salvini, confermando ancora una volta come l’ambiguità su questi temi sia la sua cifra stilistica, tutto e il contrario di tutto, un po’ di qua e un po’ di là.
Del resto, “la Lega non è una caserma”, ha affermato, salvo poi puntualizzare che con Giorgetti si sente tutti i giorni ma il leader è lui e, in riferimento ad un eventuale congresso, le sue parole lasciano pochi dubbi: “Se c’è qualcuno migliore di me sono solo contento che mi godo i miei figli”. Messaggio chiaro, cristallino.
Come quello che ha mandato agli alleati di Forza Italia, che non hanno preso benissimo lo shopping ai loro danni: “Nessuna campagna acquisti ma se 200 amministratori locali hanno detto vogliamo aiutare la Lega nel suo percorso di crescita va bene. Oggi (ieri, ndr) è entrato un parlamentare di Italia Viva (Francesco Scoma, ndr), 4 consiglieri regionali in Sicilia. Io non vado a cercare nessuno ma se qualcuno mi dice apprezziamo il nuovo corso della Lega, la coerenza e le battaglie della Lega. Poi – prova a giustificare – l’importante è che rimangano nel centro destra”.
Ragionamento, quest’ultimo, ovviamente non condivisibile dagli alleati di coalizione, all’interno della quale ognuno sta giocando la propria partita. Sia in vista delle amministrative ormai alle porte, che rappresentano una sorta di elezione di mid term per tutti i partiti, compresi e soprattutto quelli di centrodestra che il 4 mattina si “peseranno” col voto di lista, sia in vista della conquista della leadership della coalizione.
Intanto, mentre si parla del passaggio da FI alla Lega: quello del senatore Luigi Vitali, in Via Bellerio si registra un abbandono ben più pesante di qualche consigliere e un parlamentare: Luca Morisi (a sx nella foto con Salvini), lo storico capo della comunicazione social di Salvini, l’inventore della “Bestia” che tanto ha contribuito alla crescita del consenso personale del leader, ieri sera ha annunciato la decisione di abbandonare il suo incarico. Ufficialmente la motivazione è quella della di “staccare per un po’ di tempo per questioni famigliari”.