di Alessandra Fassari
Ecco la prova del nove che smentisce le analisi pilotate dal governo e dai suoi supporter (tra cui quasi tutta la grande stampa nazionale): ai mercati la stabilità politica italiana interessa pochissimo. E ieri, con l’esecutivo Letta vicino al baratro come non mai, Piazza Affari è stata la migliore in Europa. A fine giornata il guadagno del Ftse Mib è stato dell’1,33%, ma solo nelle ultime cinque sedute l’indice è salito del 5%. E adesso, visto che nessuno in Europa ha fatto così bene, è possibile che qualcuno proponga di tenercela a lungo la nostra instabilità politica.
Due velocità
In attesa dell’evolversi della situazione siriana Parigi e Londra si sono attestate sotto la parità, mentre sono cresciute la solita Francoforte e Madrid, allineata a Milano nell’andamento in calo degli anni scorsi e altrettanto allineata oggi sul livello dello spread, ieri in calo a quota 254 punti base, poco sopra il differenziale tra bonos iberici e bund tedeschi arrivato a 250 punti base. Un dato accettabile se si considera che sempre ieri il Tesoro ha fatto cassa, e non poco, collocando 8,5 miliardi di Bot a un anno, con rendimenti in crescita all’1,34%. Ora vi c’è attesa per l’asta Btp di oggi. Sull’azionario milanese, il titolo migliore è stato Bpm (+7% circa), grazie al buon andamento del comparto e alle dichiarazioni del presidente del consiglio di gestione Andrea Bonomi, che spera di riuscire a trasformare l’istituto in una banca “normale”, cioè con una governance diversa dall’attuale, caratterizzata dal voto capitario. Bene anche Mps (+3,6%) e Unicredit (+3,50%). In rialzo Mediaset (+3%), il cui andamento è legato alle vicende politiche. In realtà ieri gli acquisti hanno premiato tutto il settore editoriale, dopo le dichiarazioni ottimistiche del numero uno della Rai, Luigi Gubitosi, sul mercato pubblicitario italiano. L’Espresso ha così guadagnato oltre l’11%, Rcs il 7%, Cairo quasi il 3%. Ha chiuso in rialzo Telecom (+1,16%) sulle indiscrezioni secondo cui Telefonica sarebbe pronta a fare un’offerta agli altri soci Telco. Per contro, St (-1,5%) ha chiuso in negativo, penalizzata dalle voci secondo cui il gruppo non fornirà più alcuni chip per i nuovi iPhone Apple, presentati ieri.
Fiducia sulle banche
Riguardo al comparto bancario, ieri Jp Morgan ha alzato i rating di Unicredit (+3,55%) e Intesa Sanpaolo (+1,74%) rispettivamente a overweight e a neutral. I motivi dell’upgrade sono le quotazioni particolarmente a sconto delle due banche e la solidità patrimoniale che le rende favorite tra i competitor europei. La preferita è Piazza Cordusio, grazie a una valutazione più economica, a una più attraente diversificazione geografica e un miglior posizionamento in caso di bassi tassi d’interesse. In rialzo anche Mps (+3,70%), nel giorno in cui il cda ha avviato la discussione delle linee guida del piano di ristrutturazione, che prevede una maxi ricapitalizzazione da 2,5 miliardi entro novembre 2014. Positiva anche Finmeccanica (+2,23%): secondo indiscrezioni stampa ieri i coreani di Doosan, interessati da Ansaldo Energia, sarebbero volati a Roma per incontrare l’ad della quotata italiana, Alessandro Pansa. Acquisti su Autogrill (+3,13%), all’indomani dell’investor day di Londra, da cui però non sono emerse grandi indicazioni sull’operazione di scorporo di World Duty free, la società attiva nel business aeroportuale, che sbarcherà a Piazza Affari l’1 ottobre.