Rottura totale tra Ita e i sindacati del settore aereo sull’ex personale di Alitalia da assorbire. L’incontro di ieri sul nuovo piano industriale è finito con decine di dipendenti della compagnia commissariata scesi in strada a manifestare. L’azienda pronta al decollo non intende assumere un lavoratore in più dei 2.800 previsti, e per tutti questi non ci saranno le stesse condizioni economiche di Alitalia. Alla porta però sono circa 30mila i candidati a bussare (oltre 7.000 dei quali – pari al 70% degli attuali dipendenti – provenienti proprio da Alitalia).
TEMPI FINITI. Il presidente di Ita, Alfredo Altavilla, ha espresso “il rincrescimento per l’impossibilità di arrivare ad un accordo, motivato dal perdurare di pregiudiziali puramente formali che nulla hanno a che fare con il merito e la bontà del progetto relativo alla nascita di Ita e che rispecchiano consuetudini e linguaggi non più attuali”. Parole che non hanno smosso circa 500 manifestanti concentrati prima all’aeroporto di Fiumicino e poi bloccando la strada Roma-Fiumicino.
I sindacati parlano di posizioni inavvicinabili e chiedono interventi sul piano industriale (52 aerei sono considerati pochi) e l’assunzione di più persone, oltre al miglioramento dei contratti, partendo dall’adesione al Ccnl di settore. Questo carico però potrebbe essere fatale a un vettore che deve inserirsi in un comparto massacrato dal Covid e con la concorrenza dei voli low cost. Tesi a cui i confederali rispondono osservando che un’azienda pubblica sta dribblando i vincoli previsti dalla legge sul trasferimento dei contratti di lavoro in caso di passaggio di un ramo d’azienda.
Dall’archivio: La nuova Alitalia decollerà il 15 ottobre. Via libera da Bruxelles al Piano industriale di Ita. Partirà con meno di 3mila dipendenti e 52 aerei.
“Le vicende di queste ore che coinvolgono lavoratrici e lavoratori di Ita destano più di una preoccupazione” scrivono in una nota delle deputate e deputati del MoVimento 5 stelle in commissione Trasporti. “La chiusura della società rispetto alle istanze del personale e delle prospettive occupazionali – proseguono dal M5S -, che vedrebbero pesantemente penalizzati gli ex lavoratori Alitalia, non lasciano ben sperare e ci aspetteremmo maggiore disponibilità al dialogo sia da parte dei vertici della compagnia, sia da parte del sindacato”.
“Il settore dei trasporti e i lavoratori – scrivono dal Movimento – hanno pagato un prezzo altissimo durante la pandemia pur avendo garantito un servizio al Paese nella fase più acuta. Auspichiamo che il Governo faccia la sua parte e preveda ammortizzatori sociali adeguati in attesa che il personale venga ricollocato. Dobbiamo lavorare a soluzioni condivise perché la nuova compagnia possa stare sul mercato in competizione con gli altri vettori così da crescere anche dal punto di vista occupazionale”.