“Le motivazioni parlano chiaro e riconoscono la bontà delle misure che Virginia Raggi, da sola, ha preso per risolvere i problemi dei cittadini. Criticità che, lo ricordo, sono causate dalla grave carenza di impianti che investe il Lazio”. Il capogruppo Cinque Stelle al Campidoglio, Giuliano Pacetti, va dritto al punto.
Sulla riapertura della discarica di Albano Laziale, il Tribunale amministrativo del Lazio ha dato ragione alla sindaca Raggi giudicando “legittima” l’ordinanza contro cui si era scagliata l’amministrazione del comune laziale. Quali ripercussioni avrà questa decisione per la Capitale?
“I giudici del Tribunale Amministrativo hanno ritenuto che il provvedimento della Sindaca è motivato dall’emergenza e non crea problemi di inquinamento ai territori della discarica. Le motivazioni parlano chiaro e riconoscono la bontà delle misure che Virginia Raggi, da sola, ha preso per risolvere i problemi dei cittadini. Criticità che, lo ricordo, sono causate dalla grave carenza di impianti che investe il Lazio: attualmente attiva c’è solo una discarica. Per fare un esempio lampante, in Lombardia hanno più di 20 siti di smaltimento. Una bella differenza. Albano continuerà a funzionare esclusivamente per il periodo previsto dall’ordinanza. Non si tratta di una “vittoria”, perché i cittadini di quel territorio pagano il prezzo della carenza di una rete impiantistica adeguata all’interno della Regione”.
Nei mesi scorsi il Tar aveva già dato ragione alla sindaca Raggi bocciando l’ordinanza di Zingaretti che imponeva al Campidoglio di indicare il sito per la discarica all’interno del territorio cittadino. Che cosa significa?
“I Dem innanzitutto ci dicano se vogliono costruire una discarica dentro Roma. Noi non la faremo. Gualtieri ancora non ha dato risposta a questa domanda. Come certificato dalla cartografia delle aree idonee consegnata alla Regione e al Mite dalla Città Metropolitana non risultano aree compatibili ad ospitare una discarica all’interno dei confini del comune di Roma”.
I problemi della Capitale in materia di rifiuti iniziano con la dismissione di Malagrotta, a cui non ha fatto seguito l’aggiornamento del piano rifiuti regionale, e sono proseguiti con la chiusura delle discariche di Colleferro e Roccasecca. C’è stata cattiva pianificazione da parte della Regione?
“Più che cattiva, che sarebbe già un passo avanti, la pianificazione è stata completamente assente per svariati anni, salvo poi l’approvazione del Piano Regionale dei Rifiuti soltanto quest’anno in Regione. Il paradosso sa qual è? Che nonostante il clamoroso ritardo, il piano si basa su discariche che ad oggi non ci sono”.
Intanto i dem continuano a chiedere una discarica mentre i 5S si oppongono. Qual è la vostra ricetta per gestire il ciclo dei rifiuti?
“Abbiamo risanato il buco di 250 milioni di Ama e previsto investimenti per 340 milioni che serviranno a potenziare ulteriormente la raccolta differenziata, comprare nuovi mezzi e assumere personale. Il Piano punta a mettere in esercizio, entro il 2024, due nuovi impianti di compostaggio per il trattamento della frazione organica, nuovi centri di raccolta all’interno dei quali potranno essere realizzati anche i centri del riuso, due nuovi impianti di selezione del multimateriale e un nuovo impianto di trattamento dell’indifferenziato”.
Con le elezioni ormai dietro l’angolo, ci può spiegare perché i romani dovrebbero rinnovare la fiducia nella sindaca Raggi?
“Io credo nella politica dei fatti. Abbiamo risanato il bilancio comunale e quello delle partecipate, combattuto le mafie, fatto interventi nelle periferie, aiutato concretamente le famiglie e le imprese in difficoltà con il Microcredito. I detrattori diranno “ordinaria amministrazione”, peccato che prima di noi non lo aveva fatto nessuno e la Capitale versava in condizioni drammatiche. Roma è ripartita ed ora corre, per questo guardiamo ad Expo2030, ma serve continuità a questa Amministrazione per non bloccare e vanificare quanto fatto fino ad oggi”.