Sulla gestione dei rifiuti della Capitale, Virginia Raggi incassa un altro successo. Dopo le polemiche sulla riapertura della discarica di Albano Laziale ordinata dalla sindaca di Roma, è arrivato il giudizio del Tribunale amministrativo a cui avevano fatto ricorso gli amministratori della cittadina della zona dei Castelli che, però, ha dato loro torto. Per effetto della decisione dei giudici amministrativi, l’invaso tanto contestato potrà e dovrà restare aperto.
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Nell’ordinanza, i giudici confermano la legittimità del provvedimento adottato dalla sindaca della Città Metropolitana di Roma. Del resto, spiegano i magistrati, come spiega l’Ansa, viste le problematiche legate alla gestione del ciclo dei rifiuti, “non vi è dimostrazione che l’attività autorizzata dall’atto impugnato apporti in sé un aggravamento della contaminazione del sito”
LE PROTESTE
Proprio la riapertura aveva sollevato un polverone. Il sito, infatti, era stato chiuso cinque anni fa dopo l’incendio dell’impianto di trattamento biologico meccanico. Una struttura che, però, ha ancora una capienza di circa 84mila tonnellate. Dopo il provvedimento della sindaca Raggi, sul posto sono iniziate le manifestazioni a cui ha preso parte lo stesso sindaco di Albano, il dem Massimiliano Borelli, insieme ad altri rappresentati politici e istituzionali.
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Deciso ad andare fino in fondo, il primo cittadino Borelli in quell’occasione annunciò che “la lotta continuerà nelle sedi legali”. E tutto “in attesa del 6 settembre, con il ricorso al Tar, attraverso i controlli e il monitoraggio costante e attento per la tutela del nostro territorio e della salute dei nostri concittadini”. Una manifestazione pacifica che si è conclusa con la lunga trattativa con le forze dell’ordine e il primo camion carico di rifiuti che, così, è riuscito a entrare nella discarica.